Hai mai pensato a quanto può essere di ispirazione il cinema, anche nella fotografia?
Certi film sono dei veri e propri “quadri”. Merito dei registi e dei direttori della fotografia, che spesso dedicano particolare attenzione a questo aspetto.
Alcuni registi usano la fotografia come un vero e proprio linguaggio espressivo. In questo senso, uno dei miei film preferiti è sicuramente “Grand Budapest Hotel”.
Simmetrie, inquadrature e palette di colori sono utilizzati a livelli altissimi. Merito del regista: Wes Anderson.
In realtà definire Wes Anderson solo un regista è limitante. Scrive anche la sceneggiatura dei suoi film, li produce ma, soprattutto, ne cura la fotografia.
In questo articolo ti parlerò dello stile fotografico di Wes Anderson e nello specifico tratterò questi argomenti:
- chi è Wes Anderson
- la tecnica fotografica di Wes Anderson
- i film da cui ispirarti
- approfondimenti
Chi è Wes Anderson
Wes Anderson nasce a Houston, in Texas, nel 1969. Sin da piccolo si dimostra un ragazzino pieno di interessi ma riservato, timido e taciturno. La svolta (lo dichiarerà lui in un’intervista) avviene a 10 anni, quando i suoi genitori si separano.
Un evento traumatico, che però lo spinge a iscriversi ad un corso di teatro, proprio per superare la sua timidezza. È col teatro che impara i rudimenti della recitazione e di tutto ciò che comporta la figura del regista di scena.
A 12 anni suo padre gli regala una cinepresa super 8 e a quel punto il cinema prende il sopravvento su tutto. Praticamente da subito gira i primi cortometraggi, coinvolgendo i fratellini Eric e Mel.
Tutto lascia presagire che seguirà studi cinematografici, invece a 18 anni si iscrive a filosofia. Questa è un’altra svolta della sua vita, perchè lì conosce e stringe amicizia con i fratelli Wilson: Owen, Luke e Andrew. Owen diventerà poi un grande attore di Hollywood e “feticcio” di Anderson in quasi tutti i suoi film.
Il primo lungometraggio è “Un colpo da dilettanti”, del 1996. Poi “Rushmore” (1998) e soprattutto “I Tenenbaum” (2001) lanciano Wes Anderson nel firmamento dei registi cinematografici più visionari di sempre.
La tecnica fotografica di Wes Anderson
Una serie di caratteristiche rendono molto riconoscibile lo stile di Wes Anderson. In questo paragrafo cercherò di analizzarle, in modo che tu possa trarne delle “lezioni” fotografiche da applicare anche nei tuoi scatti. Sinteticamente, ti spiegherò:
- l’attrezzatura che usa
- lo stile fotografico
- la tecnica nel paesaggio
- le simmetrie
- le palette dei colori
L’attrezzatura che usa
Wes Anderson ama utilizzare soprattutto il grandangolo, con rapporti d’aspetto larghi (1,85:1 fino al 2,35:1).
Spesso usa lo zoom per evidenziare un particolare, partendo dal campo largo per poi stringere sul dettaglio. Le zoomate, di solito, sono molto veloci, per dare ulteriore dinamicità all’inquadratura.
Lo stile fotografico
Nei film di Wes Anderson, ogni inquadratura è studiata alla perfezione, così come la composizione fotografica. A volte rispetta la regola dei terzi, altre volte la sovverte completamente per creare tensione o quiete.
Una caratteristica ricorrente dei film di Wes Anderson è la scena ricca di elementi, sempre perfettamente distribuiti e mai affidati al caso.
Frequente è anche l’uso dello slow motion, con ritmi cadenzati e amplificati da una colonna sonora azzeccata. Questa tecnica è stata probabilmente ispirata da Quentin Tarantino, che per primo l’ha utilizzata.
La tecnica nel paesaggio
Nelle inquadrature del paesaggio, sono ricorrenti soprattutto due tipologie di ripresa. Una è parallela al suolo, con un punto di vista molto più basso dell’altezza d’uomo.
Quasi per compensare questo tipo di inquadratura, Wes Anderson alterna anche inquadrature dall’alto. In questo modo ottiene un punto di vista molto grafico e poco convenzionale.
Molto frequente, infine, l’inquadratura con elementi in primo piano per contestualizzare l’ambiente. In questo caso è di fondamentale importanza l’uso di un diaframma molto chiuso per avere tutta la scena a fuoco.
Le simmetrie
Guardando un film di Wes Anderson è impossibile non accorgersi dell’esasperata attenzione alle simmetrie e alla centralizzazione della scena.
Nei film di Anderson, infatti, molto spesso l’inquadratura è centrata verticalmente o orizzontalmente. Se ami le simmetrie, i suoi film possono darti grande ispirazione.
Le palette dei colori
La caratteristica che probabilmente risalta più all’occhio, quando guardi un film di Wes Anderson, è la palette dei colori.
La gamma di colori utilizzata è sempre molto limitata, con colori pastello e toni accesi. Anderson privilegia i colori caldi e saturi. Il risultato è un’ambientazione che ricorda vagamente gli anni settanta.
La palette dei colori può essere considerata la vera “firma” di Wes Anderson. Rende i suoi film immediatamente riconoscibili.
Un po’ come i preset usati in fotografia. Se curati in maniera personalizzata, mettono la tua firma sulle foto.
I film da cui ispirarti
Come ti ho spiegato finora, i film di Wes Anderson rispettano tutti determinate caratteristiche fotografiche. Allo stesso tempo, in alcuni film si fa un uso più ricorrente di alcune tecniche. Io ti consiglio di guardare tutta la sua filmografia. Parti da questi.
I Tenenbaum
In questo film del 2001, tra i protagonisti possiamo annoverare Gene Hackman e Anjelica Huston.
Sono passati quasi vent’anni da questa pellicola. La composizione fotografica era già meticolosa, però era meno esasperato l’uso alle simmetrie. Anche le scene erano più semplici e meno ricche di dettagli. Un’ottima ispirazione se ami la fotografia di strada.
Il treno per il Darjeeling
Film del 2007, con il feticcio Owen Wilson e Adrien Brody. Forse il film più “sporco” di Wes Anderson. Le scene sono più caotiche, forse per rispettare l’ambientazione, ovvero l’India.
In questo film risulta meno presente l’uso del grandangolo, a favore di obiettivi medio-tele.
Può essere di ispirazione per le tue foto di paesaggio con obiettivi di lunghezza focale non grandangolare. I piani risultano più appiattiti e la profondità di campo è più ristretta.
Moonrise Kingdom – Una fuga d’amore
Film del 2012, con Bruce Willis, Edward Norton e Bill Murray. Lo stile di Wes Anderson ormai è maturo e riconoscibile. La cura dell’inquadratura è maniacale. Talmente tanto curata da sembrare tutto abbastanza finto.
Moonrise Kingdom è praticamente un manuale di composizione fotografica. Qui la simmetria inizia a farla da padrone. È un film che devi assolutamente vedere se vuoi migliorare la tua capacità di ottenere una composizione fotografica efficace.
Grand Budapest Hotel
Eccolo il mio film preferito di Wes Anderson. Se Moonrise Kingdom era già un manuale di composizione fotografica, qui il regista americano riesce addirittura a superarsi.
Ormai il suo stile è consolidato. Oltre all’uso sapiente della composizione fotografica, qui Wes Anderson fa sfoggio di colori complementari, contrasti di tono e linee guida.
Una particolarità di questo film è il rapporto d’aspetto variabile. Solitamente nei film è unico, qui sono addirittura tre: 1,85:1; 2,35:1; 1,33:1. Praticamente Wes Anderson utilizza diversi formati per rendere più o meno ariosa la scena, a seconda del messaggio comunicativo.
Può esserti molto utile se, per esempio, vuoi passare dal sensore 3:2 al 4:3 o viceversa.
Grand Budapest Hotel è un film che qualunque fotografo dovrebbe guardare. Il mio consiglio è di guardarlo addirittura più volte, in modo da metabolizzarne gli infiniti spunti.
The French Dispatch of the Liberty, Kansas Evening Sun
Più semplicemente conosciuto come “The French Dispatch”, l’ultima creatura di Wes Anderson (2021) è praticamente un sunto di tutto lo scibile del regista. Il cast è un’interminabile carrellata di star di Hollywood.
Nelle tre storie raccontate, Wes Anderson passa dal colore al bianco e nero all’animazione (altra sua grande passione). Anche il rapporto d’aspetto è variabile: 1,33:1; 1,66:1; 1,85:1; 2,39:1.
Praticamente un tripudio visivo per palati fini. Proprio la sua grande varietà stilistica, può esserti molto utile per apprezzare (e sperimentare) generi fotografici differenti.
Approfondimenti
Wes Anderson, con la sua fotografia cinematografica, ha dato vita ad un vero e proprio stile. Quando una foto è simmetrica, ricca di soggetti e dai colori pastello viene definita “alla Wes Anderson”.
Uno stile talmente di moda che una pagina Instagram, qualche anno fa, ha iniziato a raccogliere tutte le foto alla Wes Anderson scattate dagli utenti, condividendo le più riuscite.
Così #accidentallywesanderson (questo il nome della pagina), un progetto iniziato quasi per gioco, oggi conta oltre 1,6 milioni di follower!
La pagina è diventata talmente famosa da arrivare all’attenzione del regista, che ne ha approvato i contenuti.
Alla fine ne è nato un libro, naturalmente intitolato “Accidentally Wes Anderson”, che spiega, racconta e pubblica foto nel pieno stile del regista.
Anche in questo caso il successo è stato travolgente, tanto da diventare Best Seller su Amazon. Il libro è stato poi tradotto in più lingue e questa qui sotto è la (recente) versione italiana:
Wes Anderson, quasi per caso. Ediz. illustrata