Tutto a fuoco con la tecnica del focus stacking

Tutto a fuoco con la tecnica del focus stacking

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Hai mai visto quegli scatti pubblicitari in cui tutto è perfettamente nitido, anche se lo scatto è molto ravvicinato? Quel tipo di foto non puoi riuscire ad ottenerlo semplicemente scattando. Occorre una tecnica particolare che si chiama focus stacking.

Macro using Focus Stack

Per aumentare la profondità di campo, basta chiudere il diaframma. Esistono però dei limiti oltre la quale non puoi spingerti (te li spiego più avanti).

Con la tecnica del focus stacking puoi ottenere tutta la scena a fuoco, senza dover chiudere eccessivamente il diaframma.

In questo articolo ti spiegherò:

  • quando e perchè non puoi chiudere troppo il diaframma
  • a cosa serve la tecnica del focus stacking
  • come realizzare il focus stacking
  • il focus stacking direttamente in macchina
  • quando è meglio usare il focus stacking.

Perchè non puoi chiudere troppo il diaframma?

Hai imparato che se vuoi aumentare la profondità di campo, devi chiudere molto il diaframma. Se ti spingi su valori di diaframma molto chiusi, f/11, f/16 e oltre, tutta la scena sembra nitida.

Sembra, appunto. Perchè in realtà la messa a fuoco è sempre su un piano, mentre aumenta la percezione che il resto dell’immagine sia a fuoco. Questa percezione a volte è sufficiente, altre volte no.

Più chiudi il diaframma, più questa percezione aumenta. Esistono però dei limiti pratici. Per valori di f/22 o f/32 ti troverai ad affrontare soprattutto due problemi:

  • nell’obiettivo entrerà poca luce (quindi sottoesposizione)
  • andrai incontro al fenomeno della diffrazione.

Il primo problema è intuibile: più chiudi il diaframma, meno luce entra. Di conseguenza, per avere un’esposizione ottimale, sarai costretto ad agire sui tempi o sugli ISO.

Se imposti dei tempi troppo lenti, rischi il mosso. Per una scena dal movimento standard, tipo persone che camminano, è molto rischioso scendere sotto 1/100 di secondo.

D’altra parte non puoi sparare gli ISO a livelli altissimi. Anche le migliori fotocamere, oltre i 3200 ISO cominciano a produrre rumore digitale. Quindi ne risentirai in qualità.

La diffrazione è un fenomeno fisico meno conosciuto. Di solito non hai a che fare con questo problema, perchè in situazioni normali difficilmente scatti a f/22 o f/32.

La diffrazione si manifesta quando la luce è costretta a passare attraverso fori estremamente piccoli. Come appunto un diaframma molto chiuso.

Le conseguenze sono serie. Avrai un decadimento di dettaglio dell’immagine e la comparsa di uno strano bagliore intorno alle parti più luminose.

A cosa serve la tecnica del focus stacking

Il focus stacking serve ad ottenere un’immagine nitida sia da vicino che da lontano, evitando la sottoesposizione e la diffrazione tipiche di un diaframma troppo chiuso.

Grazie a questa tecnica puoi ottenere un’immagine realmente nitida, da pochi centimetri fino a chilometri nella fotografia di paesaggio.

Focus Stacking

Nella fotografia macro, le distanze molto ravvicinate dal soggetto, hanno come conseguenza proprio un restringimento della profondità di campo. In questo genere fotografico potrebbe non bastarti nemmeno chiudere molto il diaframma.

Fliege (Rhagionidae)

Grazie al focus stacking puoi aggirare il problema. Con questa tecnica vengono realizzate gran parte delle fotografie pubblicitarie che puntano al dettaglio dell’intero prodotto.

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Come realizzare il focus stacking

Adesso che hai capito cos’è il focus stacking e in che occasioni ti serve, è arrivato il momento di passare all’azione. In questo paragrafo ti spiegherò:

  • come impostare la fotocamera
  • perchè utilizzare il treppiede
  • come realizzare i vari scatti
  • come unire gli scatti in post produzione.

Una volta scelto il tuo soggetto, dovrai scattare più foto mettendo a fuoco a diversi piani focali. Non esiste un numero ideale di scatti.

In linea generale, devi cercare di coprire tutta l’estensione dell’immagine, mettendo a fuoco porzioni successive di immagine. Queste varie porzioni (gli scatti), andranno poi unite in post. Con un esempio sarò più chiaro.

In questo caso sono stati realizzati solo due scatti. Nel primo scatto il fotografo ha cercato di ottenere una nitidezza accettabile sulla parte anteriore della mosca (mettendo a fuoco sulla testa) Nel secondo scatto, ha ottenuto la nitidezza sulla sua parte posteriore (mettendo a fuoco sulla coda).

Come puoi vedere (nella terza foto), il risultato è più che buono. Col focus stacking ha ottenuto l’intero soggetto a fuoco, altrimenti impossibile da ottenere con un singolo scatto.

Come impostare la fotocamera

Ti ho spiegato quanto sia controproducente utilizzare diaframmi troppo chiusi. Allo stesso modo, per realizzare i vari scatti, dovrai partire da una profondità di campo sufficientemente estesa. Più il diaframma sarà chiuso, meno scatti dovrai realizzare.

Solitamente è bene scattare tra f/5,6 ed f/8. Se hai problemi di esposizione, allora ti conviene aprire leggermente il diaframma. In questo caso otterrai una profondità di campo più ristretta.
Questo vuol dire che dovrai aumentare il numero di scatti (perchè la porzione di immagine nitida si restringe). Nella mia prova ho scattato a f/2 perchè avevo poca luce a disposizione.

Il treppiede è essenziale nel focus stacking

Prima di iniziare con la serie di scatti, è necessario munirti di un treppiede. Questo accessorio è indispensabile per evitare le possibili variazioni dell’inquadratura.

Avere inquadrature perfettamente uguali è fondamentale nel focus stacking. Questo facilita il lavoro del software di postproduzione, nella sovrapposizione delle foto.

Una volta ottenuti i vari scatti, dovrai unirli in postproduzione. È un’operazione delicata, che ha successo solo se le varie foto sono perfettamente sovrapponibili.

Per questo motivo, oltre al treppiede, può essere molto utile un pulsante di scatto remoto. In questo modo non hai necessità di toccare il tasto di scatto della fotocamera. È un’operazione che può inavvertitamente spostare la fotocamera di qualche millimetro. Questo può avere ripercussioni notevoli sull’inquadratura.

Come realizzare i vari scatti

Una volta impostati i parametri di scatto e posizionata la fotocamera in maniera stabile, inizia a scattare.
Come ti ho spiegato, l’inquadratura non deve mai cambiare, quindi devi agire solo sul punto di messa a fuoco.

Puoi usare la messa a fuoco manuale o automatica. Qui entra in gioco anche il modello di fotocamera. Quelli più avanzati hanno più punti di messa a fuoco. I modelli entry level ne hanno meno.

Per modificare i punti di messa a fuoco, innanzitutto devi accedere alla funzione specifica attraverso il menu della fotocamera. Spesso esiste un tasto dedicato, solitamente rappresentato da 4 o 5 puntini all’interno di un cerchio o un rettangolo.

Una volta attivata la funzione, puoi muoverti tra i vari punti usando il tasto direzionale della fotocamera.

Inoltre, le fotocamere più recenti hanno spesso il display touch. Questo è un bell’aiuto nel focus stacking. Col touch, infatti, puoi sfiorare il punto di messa a fuoco sul display, senza agire sul pulsante di scatto o sulla ghiera dell’obiettivo. I rischi di muovere la fotocamera si riducono al minimo.

Inizia mettendo a fuoco su un piano più vicino a te, senza preoccuparti del resto della foto. Fai attenzione a quanta porzione di scena è a fuoco, quindi allontanati mettendo a fuoco sempre più lontano.

Il numero degli scatti dipenderà dalla porzione di immagine nitida che riesci ad ottenere ad ogni scatto.

Per la mia prova ho realizzato 12 scatti, utilizzando una Canon 5d Mark IV e un obiettivo Canon 50mm. Il numero di scatti è abbastanza alto perchè avevo un diaframma aperto ad f/2. Con un diaframma più chiuso, potresti aver bisogno di meno scatti.

Nella sequenza, ti ho indicato con un pallino verde tutti i vari punti di messa a fuoco.

La Canon 5d Mark IV ha 61 punti di messa a fuoco ed un display touch screen, quindi è stato abbastanza facile mettere a fuoco nel punto desiderato.

Se non hai una fotocamera con queste prestazioni, ti consiglio di posizionare il soggetto in modo da far cadere i punti di messa a fuoco nei punti del soggetto che ti interessa avere a fuoco. In alternativa, usa la messa a fuoco manuale.

Come unire gli scatti in post produzione

In questa sezione ti spiego come ottenere un’unica immagine, in cui tutto è nitido, “fondendo” le varie foto che hai scattato.

Ti mostro come ottenere un risultato professionale con Photoshop ma, se vuoi velocizzare il processo, esistono app e utility online che fanno ugualmente un buon lavoro. Ti faccio una lista più avanti.

Se usi Photoshop, ti consiglio intanto di raccogliere tutti i tuoi scatti in una cartella. Sarà più semplice recuperarli. L’ultima fase del lavoro, quindi, è la fusione degli scatti. Procedi in questo modo.

Vai su File, Automatizza, Photomerge…

Nella finestra di dialogo che si aprirà scegli “Automatico” e togli eventuali segni di spunta dalle funzioni “Fondi le immagini”, “Rimozione vignettatura” e “Correzione distorsione geometrica”.

Quindi, da Sfoglia… carica le tue foto.

Una volta comparse nella finestra di dialogo, premi su Ok e procedi.

Da questo momento Photoshop caricherà le tue foto e creerà i vari livelli. Dovrai attendere qualche secondo affinchè termini le operazioni. Il tempo impiegato dipenderà dal numero di foto da caricare e dalla velocità del tuo computer. Potrebbero servire pochi secondi o anche un paio di minuti.

Al termine, questa sarà la situazione.

A questo punto vai su Modifica e Allineamento automatico livelli. Questa operazione serve a Photoshop per correggere eventuali micro spostamenti dell’inquadratura durante la fase di scatto. Il risultato sarà tanto più efficace quanto più le inquadrature saranno precise.

Nella finestra di dialogo scegli “Crea serie di immagini” e spunta le funzioni “Toni e colori uniformi” e “Riempimento in base a contenuto per aree trasparenti”.

Anche in questo caso, lascia il tempo necessario al software per compiere tutte le operazioni.

Al termine, il focus stacking sarà completato. Photoshop ti conserverà ogni singolo livello con tutte le operazioni effettuate. Da qui puoi eventualmente correggere qualche sovrapposizione non perfettamente realizzata. Nel mio caso il risultato è questo.

Non ti rimane che lavorare eventualmente sull’immagine per migliorarla ulteriormente. Io ho agito sulla luminosità, il contrasto e la nitidezza.

Se non vuoi usare Photoshop, esistono alcune app per smartphone e utility online che possono fare al caso tuo. Te ne segnalo qualcuna:

Il focus stacking direttamente in macchina

Alcuni modelli di fotocamera, quelli più recenti e più evoluti, permettono di realizzare il focus stacking direttamente in macchina.

Una volta impostata la funzione “focus stacking”, realizzi i vari scatti come al solito. Al termine delle operazioni, il software della fotocamera fonde gli scatti e ti fornisce direttamente l’immagine finale. Un po’ come avviene con l’HDR (ne abbiamo parlato qui).

Questo automatismo ha un vantaggio e uno svantaggio. Il vantaggio, ovviamente, è quello di velocizzare moltissimo le operazioni senza dover passare da un software di elaborazione.

Lo svantaggio è che non hai alcun controllo sul processo. Quindi, eventuali errori in fase di scatto (ad esempio un piccolo spostamento dell’inquadratura), non sono risolvibili agendo sui livelli.

Comunque sia, ecco una lista parziale delle fotocamere in grado di realizzare un focus stacking direttamente in macchina:

  • Nikon Z7
  • Nikon Z6II
  • Nikon Z7II
  • Nikon D850
  • Nikon D780
  • Nikon D6
  • Canon EOS R5
  • Canon EOS R6
  • Canon EOS RP
  • Canon EOS 90D
  • Sony A7RIII
  • Sony A7RIV
  • Fujifilm X-A3
  • Fujifilm X-A10
  • Fujifilm X-T20
  • Fujifilm GFX 50s

Quando è meglio usare il focus stacking

Come ti ho accennato all’inizio dell’articolo, il focus stacking è principalmente indicato in alcuni generi fotografici specifici. Ad esempio:

  • paesaggio
  • macro
  • fotografia di prodotti commerciali

Generalmente, il focus stacking trova grande applicazione in tutte le situazioni in cui è richiesto di avere a fuoco tutta la scena.

Focus stacking e paesaggio

Quando scatti foto di paesaggio, solitamente ti basta chiudere molto il diaframma per avere quasi tutta la scena a fuoco.

Questo principio è valido negli scatti con molta luce, dove è difficile andare in sottoesposizione anche con valori elevati di diaframma.

Se però la luce inizia a scarseggiare, come per esempio di sera o anche al tramonto, allora chiudere il diaframma oltre certi valori può essere un problema.

A parte questo, se vuoi evitare la diffrazione, non devi mai spingerti oltre un diaframma chiuso a f/16. A questi valori, la profondità di campo inizia a restringersi. Un eventuale elemento in primo piano apparirà inevitabilmente sfocato. Il focus stacking può aggirare il problema.

Focus Stack of Watson Lake

Clover Drift

Focus stacking e macro

La fotografia macro forse è il miglior campo di applicazione del focus stacking. Se vuoi ottenere un’immagine completamente a fuoco su un soggetto molto ravvicinato, chiudere molto il diaframma non ti basterà.

Se conosci la profondità di campo, sai che essa aumenta se:

  • chiudi il diaframma
  • ti allontani dal soggetto
  • diminuisci la lunghezza focale dell’obiettivo

Nella fotografia macro, sei molto vicino al soggetto. Inoltre, spesso si usano obiettivi dalla lunghezza focale elevata.

Questa combinazione di fattori restringe moltissimo la profondità di campo, fino a pochi centimetri o addirittura millimetri. Se la tua intenzione è di avere tutta la scena a fuoco, devi ricorrere per forza al focus stacking.

Focus Stacking handheld

Senza titolo

Focus stacking e fotografia commerciale

Quando si realizzano foto in ambito commerciale, spesso si ha l’esigenza di far vedere bene il prodotto. In questo caso la tecnica del focus stacking diventa addirittura indispensabile.

Il campo di applicazione è molto vasto. Qualsiasi prodotto può trarne beneficio, se hai l’esigenza di fotografarlo in maniera ravvicinata.

Rote Stifte (focus stacking)

PS Focus Stacking van 32 beelden

Conclusioni

Ad un primo approccio, la tecnica del focus stacking può sembrare complessa e macchinosa. In realtà è sufficiente fare qualche prova, per ottenere da subito buoni risultati.

Per accelerare l’apprendimento, puoi iniziare sin da subito ad evitare alcuni errori, che è solito fare chi si avvicina a questa tecnica.

La regola fondamentale è quella di realizzare gli scatti cercando di essere più precisi possibile nell’inquadratura. Questa è la chiave del successo, altrimenti il software di postproduzione faticherà a sovrapporre perfettamente le immagini. Il risultato sarà pasticciato. Alcune volte sarà quasi impossibile ottenere un risultato accettabile.

Questo significa che è obbligatorio usare un treppiede solido e di qualità. Molti fotografi sottovalutano l’utilità di questo accessorio, faticando oltremodo nelle fasi di scatto.

Altro aspetto importante è non dimenticarsi qualche porzione di immagine. Questo può succedere soprattutto se la tua fotocamera ha pochi punti di messa a fuoco automatica. In questi casi ti consiglio vivamente la messa a fuoco manuale.

Inizia mettendo a fuoco il punto più vicino del soggetto e scatta. Poi, con la ghiera di messa a fuoco, fai una piccola rotazione e scatta nuovamente. Continua in questo modo finchè non metti a fuoco sul punto estremo del soggetto, sul fondo.

Il focus stacking è una tecnica molto divertente. Con un po’ di pazienza iniziale, riuscirai ad ottenere risultati sorprendenti (soprattutto per chi non conosce questa tecnica).

Immagine di copertina: Photo by Mike on Unsplash 

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