Quando compriamo la nostra prima reflex, nella maggior parte dei casi scegliamo una soluzione in kit che include un obiettivo 18-55 mm. Essa ci permetterà di entrare nel mondo delle reflex senza alleggerire eccessivamente il nostro portafoglio, ma ci priverà anche delle meraviglie della fotografia tele (ovvero, a grandi linee, la fotografia in cui si impiegano lunghezze focali elevate per ingrandire i soggetti fotografati). Per questo, tra gli altri motivi, penso che con la prima reflex può essere un’ottima idea acquistare un obiettivo “tuttofare”, che copra almeno parzialmente anche lunghezze focali più alte (ne ho parlato nell’articolo Quale fotocamera reflex digitale per un principiante).
Se non avete avuto la fortuna di leggere l’articolo appena citato prima di acquistare la vostra prima reflex 😉 e non avete quindi a disposizione un obiettivo con lunghezza focale pari a 70 mm o più, articolo che state leggendo fa al caso vostro. Partendo dalla mia esperienza, vi racconterò cosa potete aspettarvi da un teleobiettivo, per non essere impreparati e sapere a quali aspetti dare priorità nella scelta, qualora voleste comprarne uno.
Il mio primo teleobiettivo
Come è successo a molti fotografi neofiti, il mio primo obiettivo è stato un 18-55 mm. Al tempo non sapevo niente di niente sulla fotografia reflex. Ciononostante, presto mi accorsi di quanto avrei voluto avere disponibile un obiettivo che coprisse lunghezze focali più alte. Spesso mi trovavo in situazioni in cui avrei voluto essere più vicino, più intimo con i miei soggetti.
Dopo un’attenta ricerca e con un budget ristrettissimo acquistai un Sigma 70-300 f4-5.6 APO DG Macro. Si tratta di un obiettivo di buona qualità costruttiva che, come potete notare dal nome, copre un intervallo di lunghezze focali piuttosto ampio (70-300mm), permettendo quindi di sperimentare ingrandimenti anche piuttosto spinti. L’apertura massima, f4, non è strabiliante, ma nella sua fascia di prezzo non potevo pretendere di meglio.
La prima volta che potei usarlo, fu per me un’emozione grande. Essendo ormai abituato unicamente a lunghezze focali ridotte, rimasi proprio stupito. L’ingrandimento e l’effetto di compressione caratteristici dei teleobbiettivi, fanno sentire molto più partecipi della scena inquadrata. Inoltre, permettono di focalizzarsi su dettagli che prima andavano persi nel complesso, grazie ad una maggiore facilità nel rendere lo sfondo sfocato (per approfondire questo argomento, vi consiglio l’articolo su come ottenere lo sfocato nelle fotografie). Il risultato finale è quello di poter realizzare più facilmente foto con un centro d’attenzione preciso, come ad esempio una parte del corpo di una persona o un oggetto, che attrae magneticamente l’occhio di chi osserva.
L’altra faccia della medaglia: il micromosso
A causa del mio ridotto budget, non avevo acquistato un obiettivo stabilizzato, che sarebbe costato circa il doppio. E me ne accorsi presto. In condizioni di luce non ottimali, ovvero con il cielo coperto, o all’interno, o nelle ore serali e mattutine, evitare foto mosse si dimostrò un’impresa quasi impossibile. Soprattutto usando le lunghezze focali più elevate, ovvero all’incirca superati i 150 mm. Due sono principalmente i fattori che, usando un teleobiettivo, contribuiscono a ciò:
- una regola empirica che ho più volte citato, dice che, per evitare una foto mossa, il denominatore del tempo di esposizione deve essere uguale o maggiore della lunghezza focale utilizzata. Perciò, quando la lunghezza focale è nell’ordine delle centinaia, il tempo di esposizione dovrebbe essere pari o inferiore a 1/250 s, e ciò è possibile solo in situazioni con molta luce;
- le lunghezze focali elevate, oltre ad ingrandire gli oggetti inquadrati, “amplificano” anche i movimenti involontari della mano del fotografo, accrescendo l’effetto delle vibrazioni visibile poi nella foto.
Un altro difetto da considerare è che un teleobiettivo è sensibilmente più pesante di un obiettivo più corto. Ciò lo rende meno agevole da portare in giro, soprattutto se appeso al collo per periodi di tempo lunghi. Inoltre, orientare con precisione la macchina fotografica su un treppiede economico, con un obiettivo di questo tipo montato, è veramente difficile.
100 mm di troppo
Avevo scelto un 70-300, invece che altri obiettivi con lunghezza focale massima più ridotta, perché sostanzialmente desideravo vedere cosa voleva dire arrivare fino a 300 mm. Avevo anche letto su vari forum che effettivamente, nelle applicazioni più consuete, ci si limita a lunghezze focali inferiori ai 200 mm. Chi ha bisogno di lunghezze molto spinte, ad esempio chi fotografa volatili, si affida ad altri obiettivi, magari a focale fissa.
Nella mia limitata esperienza, mi sono trovato a condividere quest’opinione. Inoltre, c’è da tenere in considerazione che 200 mm sono quasi il triplo di 70 mm, quindi che ingrandiscono tre volte tanto. Invece 300 mm ingrandiscono solamente il 50% in più rispetto a 200. Quindi il “guadagno” maggiore lo si ha nella prima parte dell’intervallo di lunghezze focali.
Quindi, cosa compro?
Se siete nella condizione in cui mi trovavo io, quindi:
- sentite l’esigenza di “avvicinarvi” ai soggetti che volete fotografare,
- non avete mai provato un teleobiettivo,
- avete un budget ridotto,
secondo me è una buona idea provare i teleobbiettivi zoom di fascia economica, ma senza rinunciare alla stabilizzazione. L’apertura massima, inoltre, deve essere pari almeno ad F4.
Ciò vuol dire orientarsi verso i 55-200 o i 70-300. Se guardiamo alle due marche principali, Nikon e Canon, i primi hanno prezzi che variano tra i 150€ e i 200€, i secondi superano i 500€ e oltre.
Volendo risparmiare, ci si può rivolgere agli analoghi di terze parti (ovvero Sigma e Tamron) che costano considerevolmente di meno, senza sacrificare troppo la qualità.
Non ho provato i primi (i 55-200), ma, soprattutto nella loro versione di marca, ho letto buoni giudizi (per esempio sul famoso sito di Ken Rockwell). Considerando la differenza di prezzo, saranno un buon primo ingresso nel mondo dei teleobbiettivi. Non dimenticatevi inoltre di tenere d’occhio il mercato dell’usato.
Il terzo volume de Il libro della fotografia digitale di Scott Kelby esplora in profondità i vari tipi di obiettivi e i loro utilizzi più consueti. Acquisto veramente consigliato.
Ora vorrei sapere da voi: quali sono state le vostre prime esperienze con i teleobbiettivi? Rispondete inserendo un commento qui sotto.