Era fine Gennaio 2012.
Avevo la mia bella macchinetta (Canon EOS 1100D), ormai montata, con gli accessori al posto giusto e conservata nella borsa a tracolla. Il primo pomeriggio lo avevo trascorso cercando di capire a cosa servissero quei misteriosi oggetti che mi avevano dato con la macchina: la loro utilità non mi era ancora molto chiara.
Il primo sabato a disposizione trovai il tempo di uscire a fare una passeggiata con la reflex, impaziente di fare delle foto eccezionali!
Non sono il tipo di persona che ama studiare un libretto di istruzioni… Adesso che ci penso non credo che esista quel tipo di persona! Quindi, come sempre, confidavo solo nella mia beata ignoranza e nell’esperienza fatta smanettando con la, ormai mia, vecchia Minolta (vecchia Minolta! Se lo dici forte sembra un insulto), i cui comandi erano completamente diversi.
Appena in strada cominciai a scattare con la presunzione di voler fare tutto in manuale fin da subito. Fu in quel momento che mi accorsi che c’era un perché se, tra i rullini sviluppati, diverse foto erano da buttare.
Le foto che scattavo erano troppo chiare e luminose, a volte così tanto che alcuni dettagli si perdevano del tutto. Cominciai a smanettare con le impostazioni e, da troppo chiare, diventarono troppo scure. I pochi tutorial che avevo letto dicevano che, cambiando l’apertura del diaframma, variava la profondità di campo (effetto sfocato) e che cambiando il tempo di esposizione si poteva congelare o descrivere il movimento. Per quel che ne sapevo, l’unica cosa che influenzava la luminosità era l’ISO, ma io non la stavo toccando. Il mistero si infittiva…
Misi da parte la presunzione e mi arresi. Tirai fuori il Libretto delle Istruzioni!
Sfogliandolo, trovai spiegati i concetti che già sapevo (o almeno pensavo di sapere) come ISO, Apertura e Tempo d’esposizione. Ma, leggendo le istruzioni dei modi semi-automatici, mi accorsi che quando, per esempio, diminuivo l’apertura, la macchina avrebbe, automaticamente, aumentato il tempo di esposizione per compensare la minore quantità di luce che sarebbe entrata nell’obiettivo.
Quindi, non solo la ISO influiva sulla luminosità. Tutti i parametri influivano sulla luminosità!
Allora cercando di compensarli tra loro riuscii ad ottenere delle foto, per lo meno, visibili!
Dopo, provai a giocare “artisticamente” con i parametri. Cercai di scattare una foto provando, come avevo letto, a catturare il movimento di un oggetto. Due o tre secondi basteranno – pensai. Scattai la foto e… era completamente bianca! Misi ISO e apertura al minimo, perché, secondo quello che avevo letto, in questo modo entrava meno luce e… la foto risultò sempre bianca (si vedeva qualche linea, ma non si capiva nulla).
Senza saperlo, mi stavo confrontando il tanto famigerato Triangolo dell’Esposizione!
Mi resi conto che con tempi troppo lunghi (anche se di pochi secondi) entrava troppa luce e mi misi a cercare almeno di far venire delle foto semplicemente decenti. Ci vollero decine di tentativi, ma alla fine ci riuscii! Il risultato non era male (pensando alle mie vecchie foto)! Ma era soltanto l’inizio, perché mi aspettava un lungo, e difficile addestramento…