“La vita ha senso solo se si vive “contro”. Il conformismo uccide la creatività e finisce per annientare l’uomo”. In questa frase è racchiusa, fondamentalmente, tutta la filosofia del fotografo Oliviero Toscani, nato a Milano nel 1942.
Una vita vissuta costantemente controcorrente, facendosi beffa di tutti gli standard che la società imponeva. Un sognatore. E per questo un precursore.
Oliviero Toscani ha respirato fotografia fin dalla nascita. Suo padre, Fedele, era il fotoreporter ufficiale del Corriere della Sera. “Ma a quei tempi, essere un fotoreporter di giornale, era considerata una mansione minore”. Anche la sorella maggiore, Marirosa, oggi 86enne, è fotografa da sempre.
Toscani è universalmente riconosciuto come uno dei più grandi fotografi pubblicitari della storia. Anche se, ci tiene a sottolineare, “non ho mai lavorato per un’agenzia pubblicitaria. Le agenzie di pubblicità ammazzano la creatività, perché non vogliono rischiare. Non vogliono perdere il cliente”.
Il grande pubblico conosce soprattutto la sua fortunatissima collaborazione con Luciano Benetton. Dal 1982 al 2000 le campagne di Toscani riuscirono a portare il marchio Benetton tra i primi 5 marchi mondiali.
Quelle foto, oggi, sono delle vere e proprie icone. Ma Oliviero Toscani non è solo questo. Durante la sua cinquantennale carriera, molti progetti sono stati dedicati alla creatività e alla fotografia.
Il progetto Fabrica, per esempio, è stato un innovativo centro internazionale per le arti e la ricerca della comunicazione moderna. Grazie ad esso, Toscani ha sfornato numerose campagne fotografiche per l’Onu e per Repubblica.
Oliviero Toscani ha sempre considerato la fotografia come il mezzo comunicativo fondamentale della società contemporanea.
“Dobbiamo renderci conto che il 90% delle cose che sappiamo è grazie alle cose che abbiamo visto in fotografia. Noi non conosciamo l’intera realtà, ma conosciamo l’immagine che rappresenta la realtà. Quindi la fotografia è diventata più reale della realtà”.
“Da quando c’è la fotografia esiste la vera realtà, prima erano balle, erano tutte fake news. La Bibbia è una fake news”. Irriverente come al solito. Come dargli torto?
Ma cosa fa di Oliviero Toscani un modello da cui imparare? Sicuramente il suo provocatorio approccio all’arte in generale e alla fotografia in particolare.
Toscani è il fotografo che più di chiunque altro può aiutarti a “rompere gli schemi mentali” che condizionano gran parte di tutti noi.
Le sue parole (e i suoi scatti) possono essere di straordinaria ispirazione per cercare nuovi punti di vista e migliorare la tua fotografia.
Studia. Non solo fotografia
“Ho fatto la Kunstgewerbeschule, a Zurigo. Ho avuto la fortuna di avere fatto questa scuola per cinque anni. Ancora oggi sono sempre in vantaggio su qualsiasi giovane che non è andato a scuola. Conosco la tipografia, la grafica, conosco bene l’applicazione dell’immagine sui mezzi, la stampa. Ho acquisito la capacità di lettura dell’immagine.
Vengo da una famiglia di reporter, ho imparato da giovanissimo cosa era un reportage ma a scuola ho imparato la creazione della comunicazione, ho capito come fare il regista più che il documentatore. Quando vado a documentare, è tutto molto più facile.
La scuola mi ha insegnato il situazionismo, riuscire a vedere ciò che sta intorno a te come scena della vita reale”.
Insegnamento
Vale la pena fare un cenno su cos’è la Kunstgewerbeschule. Sostanzialmente si tratta di una scuola specializzata nelle arti. Frequentarla significava immergersi nello studio approfondito di un gran numero di forme d’arte: fotografia, ma anche disegno, pittura, cinema, ecc.
Il principio alla base di questa scuola è che, se vuoi eccellere in un’arte specifica, è indispensabile sviluppare una sensibilità artistica a 360°. Toscani è la testimonianza vivente che un approccio simile funziona davvero.
Ovviamente non ti sto suggerendo di frequentare la (costosissima) Kunstgewerbeschule. Però, quello che puoi sicuramente fare è ampliare il tuo background culturale.
Ansel Adams affermava che “non fai una fotografia solo con la macchina fotografica. Tu metti nella fotografia tutte le immagini che hai visto, i libri che hai letto, la musica che hai sentito e le persone che hai amato”. Questo è esattamente il pensiero di Oliviero Toscani.
Conoscere l’arte nella sua totalità e, in generale, avere una grande cultura, ti fornisce molti più mezzi per capire il mondo che ti circonda. E quindi per fotografarlo nel migliore dei modi.
Una nota a margine: nella mia carriera di fotografo professionista ho conosciuto personalmente diversi grandi fotografi. Tutti, indistintamente, avevano una caratteristica comune: una cultura sconfinata.
Non farti condizionare dalla macchina fotografica
A proposito del suo passaggio dall’analogico al digitale, Toscani come al solito sorprende: “Le polaroid erano una perdita di tempo. Per me non è cambiato niente. Faccio il fotografo non perché ho la macchina fotografica.
La fotografia è un mezzo per creare delle immagini. E io sono figlio di un fotografo: per me è sempre stato facile, normale. E poi non sono un maniaco della tecnologia. Il futuro lo puoi solamente immaginare”.
Insegnamento
L’insegnamento che puoi trarne è forse un po’ banale: non è la macchina fotografica a fare la fotografia, ma ciò che vuoi raccontare.
Banale o no, basta frequentare gruppi di fotografia su Facebook o forum tematici per accorgersi che, in realtà, la convinzione generale è diversa.
Gran parte delle discussioni sono incentrate su quale macchina fotografica sia migliore, su quale obiettivo sia più nitido e se è meglio una reflex o una mirrorless. Quasi mai si parla di contenuti, di temi, di progetti e su quale sia il modo migliore per raccontarli fotograficamente.
Guardare una foto di Oliviero Toscani è come ricevere un pugno nello stomaco. Il messaggio delle sue fotografie è straordinariamente forte. Guardando le sue foto ti viene voglia di sapere come l’ha pensata oppure che obiettivo ha usato?
Nessun grande fotografo è passato alla storia per la nitidezza delle sue foto. Questo dovrebbe essere sufficiente a indicarti la strada da seguire.
La tecnica non è sufficiente
“Nessuno deve illudersi, non basta essere su Instagram per essere dei fotografi.
Fotografare è diverso dallo scattare fotografie. Un giornalista è tale perché scrive delle storie e non perché sa usare il computer, la macchina da scrivere o la penna. Per il fotografo è la stessa cosa. Non conta sapere usare lo strumento tecnico perché oggi chiunque lo sa fare.
La fotografia piace a tutti perché è l’arte più facile. E’ persino più semplice che non parlare o scrivere. Adesso tutti quelli che vogliono fare gli artisti e non sanno fare niente fanno i fotografi. È l’arte più democratica che ci sia.
La fotografia non è solo un mezzo per essere un bravo fotografo, bisogna essere bravi autori, usare la fotografia per raccontare quello che si vede, non quello che si guarda”.
Insegnamento
Dissacrante come al solito, le affermazioni di Toscani mettono a dura prova le tue certezze.
Questo insegnamento è stretto parente di quello al punto 2: per diventare un fotografo di livello superiore, non devi solo scattare belle foto, ma devi anche avere qualcosa da dire. Soprattutto, devi riuscire a dirlo attraverso il tuo punto di vista.
Una bella foto è fine a se stessa. È il racconto autoriale a fare veramente la differenza. Sviluppare un proprio linguaggio, un proprio stile, sarà ciò che ti distinguerà dai milioni di fotografi esistenti.
Ma come riuscirci? Non è una cosa che puoi importi. Uno stile non si decide a tavolino.
Oltre al (fondamentale) background culturale di cui ti parlavo prima, è essenziale che tu scatti molto.
L’occhio fotografico non è un dono divino, ma qualcosa che si può sviluppare giorno per giorno. Così come il pittore impara a dipingere disegnando continuamente, allo stesso modo il tuo stile fotografico maturerà soltanto scattando continuamente.
Non sei mai troppo vecchio
“Credo che oggi non serva più avere pochi anni per fare cose interessanti. Una volta era così. Però i ragazzi allevati a Google e Facebook mi sembrano un pochettino rincoglioniti.
Spero che le nuove generazioni comincino a svegliarsi e a diventare un po’ più sovversive.
Le nuove generazioni sono molte sedute, sono molto miti, sono molto grasse, stanno molto bene; speriamo che dal terzo mondo arrivi qualcuno che le svegli un po’, perché i nostri figli e nipoti sono molto gentili, educati, io non ero così alla loro età”.
Insegnamento
Il punto di vista di Oliviero Toscani su questo argomento è un’iniezione di fiducia per tutti quelli che non sono più giovanissimi.
Effettivamente, qualche anno fa, la freschezza di idee arrivava soprattutto dai giovani. Oggi si assiste ad una sorta di livellamento verso il basso (secondo Toscani per colpa della tecnologia).
Non è mia intenzione dire se Toscani ha torto o ragione, però ha sicuramente un’esperienza che ti dovrebbe far riflettere sulle sue parole.
Per cui, anche se non hai più vent’anni, non abbatterti. Oggi c’è soprattutto bisogno di idee nuove. Se tu pensi di averne, indipendentemente dall’età, provaci e non arrenderti.
Non cercare per forza il consenso
“La bellezza ormai è una cosa rara. Purtroppo ci stiamo sempre più abituando al conformismo estetico, dall’architettura alla fotografia. Ciò che ci ossessiona, ogni giorno, ogni minuto, è la ricerca del consenso.
Ma cercare ossessivamente il parere positivo negli altri crea solo mediocrità, niente di bello.
Avete notato che ormai tutti gli anticonformisti vestono nello stesso modo? Vestirsi così è un ottimo modo per conformarsi agli anticonformisti, ottenere il loro consenso.
Io invece credo che, se si vuole avere successo, bisogna fare esattamente l’opposto di ciò che è già stato fatto. Per questo dico: abbiate coraggio! Ogni volta che mi è stato detto “ma sei matto? Non si può”, ho capito che stavo facendo la cosa giusta.
Quando vi dicono che non si può fare, che è contro la norma, allora vuol dire che va bene”.
Insegnamento
Come dargli torto? Ormai si fotografa soprattutto in funzione dei like sui social. Si cerca innanzitutto il consenso, il maggior numero di “mi piace”.
È un errore in cui cadiamo tutti. La conseguenza è quella di cercare la foto banale, che piace agli altri, quindi mediocre. Se anche tu pensi di far parte di questa (vastissima) categoria, è ora di cambiare registro.
La ricerca del consenso altrui causa soprattutto una conseguenza: ti impedisce di migliorare.
Se non sperimenti, se smetti di seguire il tuo istinto, sarà quasi impossibile trovare una tua strada narrativa ed un tuo stile. Pubblicherai foto che piacciono agli altri ma che non ti rappresentano.
Se vuoi uscire da queste dinamiche subdole, ti suggerisco di confrontarti con fotografi più bravi di te e non solo con la platea dei social.
Iscriviti ad un’associazione fotografica, oppure frequenta workshop con fotografi importanti. Crea legami virtuosi con persone che possono insegnarti qualcosa e proponi loro le tue idee.
Sii pronto a ricevere critiche, ma rimani aperto al confronto. Solo questo farà di te un fotografo davvero migliore.
Approfondimenti
I progetti di Oliviero Toscani hanno fatto la storia della fotografia pubblicitaria. Se vuoi trovare nuovi stimoli e idee, leggere i suoi libri (e analizzare le sue fotografie), può davvero aiutarti tantissimo in questo senso.
Io ti consiglio di iniziare da questi testi: