Ho un obiettivo grandangolare in mano e non so che fare!

Ho un obiettivo grandangolare in mano e non so che fare!

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Ti ho giá raccontato come, dopo aver imparato ad usare il mio primo obiettivo (Tamron 18-200) aggiunsi un Sigma 10-20 al mio equipaggiamento. Quello che non ti ho raccontato é stato il trauma vissuto appena lo montai e cercai di scattare…

Mi aspettavo di catturare i migliori paesaggi! Di avere tutto il mondo racchiuso in una foto! Ma non avevo considerato le leggi della fisica (ottica in questo caso).

Sicuramente ormai saprai bene che la distanza focale serve soprattutto per comprimere e dilatare le distanze… anche io lo sapevo quando lo comprai. Quello che non sapevo era quanto potesse essere enorme questa dilatazione in focali così basse e quanto potesse essere alta la distorsione di queste lenti.

Sorprese da un ultra grandangolare

La prima volta che lo provai pensavo di poter scattare una foto come le altre, tenendo la mia macchina in mano, mettendo una persona in primo piano e scattando con un bel paesaggio dietro. Usando un 10 mm pensavo di avere una visuale così ampia da catturare molti dettagli. Quando provai a concretizzare le mie idee, mi resi conto che il paesaggio dietro risultava lontanissimo e le persone deformate.

A me piace mettere il soggetto della foto leggermente decentrato con il paesaggio che occupa tutta la foto. Con quell’obiettivo, più il soggetto si avvicinava ai bordi, più veniva deformato. Allora, come sempre, con pazienza mi misi a fare diversi tentativi. Aumentando leggermente la lunghezza focale (attorno ai 14mm), le distorsioni si riducevano. Magari la visuale era più ridotta ma era di sicuro un buon compromesso.

Come in ogni situazione, una modifica di un parametro ha dei pro e dei contro. Se volevo un paesaggio molto ampio non potevo mettere una persona in primo piano troppo vicina all’obiettivo e, viceversa, per fotografare bene una persona il paesaggio non poteva essere così aperto.

É stato un po’ traumatico, soprattutto perché, dopo la spesa fatta, mi sentivo preso in giro da me stesso. Ma probabilmente fu proprio la spesa che fece sì che non mi arrendessi e che, se qualcuno faceva delle foto stupende con quello stesso obiettivo, di sicuro potevo anche io.

La perseveranza premiata

Provai e riprovai in mille modi e, finalmente, quando pensai di abbassare il punto di vista, un misto tra sollievo (per i soldi non buttati) e soddisfazione attraversò i miei pensieri. Scoprii che, con i 10 mm, si possono scattare immagini facendo in modo che il paesaggio ti avvolga e ti faccia sentire parte di esso. Posizionando la macchina in un punto molto basso e, se possibile, con dei dettagli del paesaggio molto vicini si possono fare delle foto davvero coinvolgenti. In questa foto, per esempio, ho accorciato le gambe del treppiedi il più possibile e l’ho posizionato proprio in mezzo ai primi scogli della caletta: il risultato mi emozionò parecchio…

i faraglioni di favignana

Dopo un po di tempo il sole cominciava a scendere dando vita a dei colori molto suggestivi. Piazzai il treppiedi con la stessa strategia (molto basso al centro della scena) e beccai uno dei più bei tramonti che abbia mai visto in vita mia.

egusano2

Avevo trovato il modo (l’unico, per me, fino a quel momento) di fare le foto paesaggistiche che tanto desideravo scattare.

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