Migliora la mia foto #32

Migliora la mia foto #32

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La foto di questa puntata me l’ha inviata Anna, alle prese con il suo nuovo 35mm fisso in un meraviglioso campo di papaveri. Visto l’approssimarsi della primavera, quale migliore foto per il nostro nuovo appuntamento?

Intenzioni del fotografo

Anna, non capita spesso che chi scrive per avere un commento sulla sua foto scriva in modo dettagliato le sua intenzioni al momento dello scatto e per questo ti ringrazio, mi facilita il lavoro.

Mi dici di essere stata spinta dal desiderio di raccontare una storia, il ciclo di vita del fiore, racchiudendo in un unico scatto il bocciolo, il fiore sbocciato e quello già sfiorito. A corredo della tua storia hai voluto includere uno sfondo che completasse, con gli stessi colori, la tua foto.

Guarda caso, tempo fa ero a spasso con il mio bimbo al parco e anche io ho scattato un paio di foto ai papaveri. Perciò mi è molto più semplice descrivere i miei pensieri in quanto, in questo caso, si sono realmente concretizzati sul campo:

  • i papaveri sono fiori delicatissimi e leggerissimi, questo li porta spesso ad essere danneggiati (devo scegliere accuratamente quelli da riprendere) e devo usare un tempo rapidissimo (basta un filo di vento e ondeggiano come una barca in tempesta),
  • voglio aprire al massimo il diaframma per isolare il soggetto dallo sfondo, isolamento che dovrò tentare di ottenere anche dal punto di vista cromatico,
  • voglio sovraesporre per dare un’atmosfera eterea all’immagine,
  • se ci riesco, voglio realizzare un inganno visivo (se guardi la mia foto alla fine del post, il bocciolo in mezzo è molto vicino all’obbiettivo mentre il fiore e il bocciolo di destra sono arretrati ma sullo stesso piano…il mio intento era ingannare l’osservatore sperando che credesse invece in una sequenza dal più lontano – a sinistra – al più vicino – a destra, identificando DUE piani di messa a fuoco, ovviamente impossibile),
  • tutto questo lo devo fare guardando il mio bimbo, mica che mi casca nel laghetto mentre io faccio foto in giro.

La tua intenzione a mio avviso poteva concretizzarsi con maggiore forza lavorando su due questioni: composizione (che vediamo ora) e isolamento del soggetto (che tenterò di affrontare nel paragrafo sulla post-produzione).

Composizione

Anna ti premetto una cosa: sono ben conscio che i fiori spontanei sono un gran casino da fotografare. Sono spesso disordinati e disorganizzati, presentano molte foglie e anomalie estetiche, hanno uno sfondo che per prima cosa spesso non possiamo scegliere ed in secondo luogo non è facile da usare a nostro favore.

Nel tuo caso, dal punto di vista compositivo credo ci siano un paio di punti d’attenzione di cui è utile discutere.

Il primo riguarda il contenuto della foto nella sua estremità destra: oltre ad alcuni elementi tagliati, è presente uno stelo che non aggiunge significato alla tua storia, già ben rappresentata dagli altri steli/fiori. Il secondo è relativo alla parte bassa: oltre alla confusione visiva (ci sono foglie, boccioli e rami, il tutto intrecciato in ogni direzione) è fortemente predominante l’ombra, che rende cupo e a mio avviso ancora di più difficile lettura, quella parte di fotografia.

Avrei utilizzato un taglio più ravvicinato per escludere queste zone, magari quadrato. Con un obbiettivo fisso questo vuol dire muoversi in prima persona in modo che i nostri piedi diventino il nostro zoom.

Luci e colore

Anna, la mia idea di una foto con i papaveri è sicuramente influenzata sia dalla loro natura fragile e leggera sia dal periodo dell’anno in cui compaiono, in cui di norma avrai giornate molto soleggiate (diversamente, con il vento sarebbe impossibile fotografarli e con la pioggia si distruggerebbero in pochi minuti).

Forse è per questo motivo che vedo la tua foto leggermente più buia di quanto mi aspetterei (dagli EXIF si evince che hai anche sottoesposto di un terzo di stop), io avrei al contrario sovraesposto quasi al limite della bruciatura.

Per quanto riguarda i colori, la saturazione è buona ma riesco a percepire un po’ di tonalità fredda nel verde, quasi tenda al blu piuttosto che al giallo, tipico dei mesi più luminosi e caldi.

Post-produzione

Negli EXIF della tua foto non ci sono quelli tipicamente presenti dopo una post-produzione quindi sarei dell’idea che tu non ne abbia fatta, me lo confermi?

Le modifiche che ho apportato alla tua foto:

  • aumento della luminosità,
  • ritaglio della zona inferiore e destra, il tutto riportato al formato quadrato,
  • eliminazione di alcune interferenze e distrazioni con il timbro clone, la toppa e il pennello correttivo al volo,
  • aumento della temperatura e contestuale leggera desaturazione (all’aumentare della temperatura si può vedere che i colori iniziano a “sparare”),
  • bruciatura del papavero, in modo da riportarlo alla luminosità originale ed ottenere quindi un maggiore distacco dallo sfondo anche in termini di luminosità, oltre che di nitido/sfocato.

Sulle parti poco nitide non ho potuto fare molto (ma ci ho provato, con un aumento deciso della nitidezza), dipendono dal diaframma forse troppo aperto.

Tieni conto che con un 35mm e con il soggetto ad 1 metro, passando dal tuo f/2.2 ad un più chiuso f/4 avresti guadagnato solo 6/7cm di profondità di campo, sufficienti ad avere tutti gli elementi della tua storia nitidi mantenendo però lo sfondo sfocato.

Come confronto per quanto riguarda l’isolamento del soggetto dallo sfondo in termini cromatici, e non con l’ambizione di essere un punto di riferimento, ti propongo la mia vecchia foto.

emi_papaveri

Commento finale

Anna, i due punti su cui concentrerei l’attenzione nelle prossime uscite fotografiche sono la scelta dello sfondo (ad esempio, girando attorno al soggetto) e, soprattutto con il tuo nuovo 35mm, il controllo della profondità di campo. Non dimenticare, visto che quando ne vedi una te ne accorgi, di continuare a “raccontare storie”!

Alla prossima!

Emi

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