Migliora la mia foto #23

Migliora la mia foto #23

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Torno ad occuparmi della rubrica dopo una forzata pausa (dovuta al trasloco della mia famiglia nella nuova casa) scegliendo per l’occasione una foto di Trevi inviata da Andrea.

Voglio innanzitutto scusarmi con i tanti fotografi che inviano i loro lavori alla rubrica confidando in una valutazione, sono obbligato ad una selezione feroce e di norma scelgo le foto che possono dare spunti per migliorare sia la tecnica di chi ha inviato la foto sia degli altri appassionati che leggono poi il pezzo qui su FotoComeFare.

I dati di scatto: reflex Nikon D3100, otturatore 1/200, diaframma f/8, obbiettivo utilizzato 18-55mm. Andrea indica che lo scatto è frutto di un HDR con bracketing a -2, 0 e +2.

Intenzioni del fotografo

Andrea, ti ripropongo la sezione introdotta con la precedente valutazione descrivendoti quello che probabilmente sarebbe stato il mio flusso di pensiero davanti a questa scena.

  • i paesi arroccati sul fianco di una collina sono molto scenografici, può essere un buon soggetto, vediamo di trovare un buon punto da cui scattare
  • la posizione delle case si presta bene ad una foto con luce bassa all’orizzonte, per risaltare la texture dell’abitato e per accentuare il colore caldo dato dal materiale da costruzione prevalente, il mattone, devo scattare all’alba o al tramonto e questo limiterà la mia scelta di posizioni possibili in quanto la luce la voglio trasversale
  • il cielo è dannatamente monotono, o aspetto qualche nuvola oppure tento in post di accentuare il contrasto su quelle deboli scie (ti consiglio l’ottimo pezzo di Giorgio nella sua rubrica “Da RAW a Master” al riguardo)
  • ci sono davvero troppe gru e quei fili elettrici in basso mi disturbano molto, posso inquadrare la scena in modo da minimizzare questi elementi di disturbo? li tolgo poi in post-produzione?
  • la distorsione prospettica data dal punto di ripresa molto basso (le linee convergono verso il centro salendo) mi disturba o mi aiuta ad accentuare la sensazione di “arroccamento”?
  • voglio che si vedano i margini dell’abitato oppure voglio tagliarli fuori dall’inquadratura?

Queste le riflessioni, ma le conclusioni?

Di sicuro avrei tentato una foto del paese, anche a me piacciono i luoghi arroccati.

Avrei scattato all’alba o al tramonto, a seconda di quale momento mi avrebbe regalato la tonalità migliore. Rispetto al cielo, lo avrei escluso quasi totalmente in questo caso, ovviamente in presenza di nuvole (e con un sole, come ci dicevamo, molto basso) lo spazio che gli avrei dedicato sarebbe aumentato.

La foto cartolina non mi piace quasi mai quindi avrei adottato un taglio molto più ravvicinato, escludendo le gru e cercando di mantenere qualche elemento caratterizzante.

Va da sé quindi che avrei tagliato i margini dell’abitato e, stringendo, avrei mitigato la distorsione che porta le linee verticali a cadere verso il centro.

Visto il cielo quasi totalmente limpido, avrei cercato di alzare il mio punto d’osservazione per inserire nello sfondo parte del paesaggio.

Composizione

Per quanto sinuosa, hai posizionato la linea dell’orizzonte approssimativamente sul terzo inferiore e questo ha dato una immeritata importanza al cielo. Mantenendo questo taglio e questa lunghezza focale avrei abbassato il tiro cercando di relegare il cielo nel terzo superiore, l’abitato in quello centrale e la vegetazione in basso per ridistribuire i pesi e per contestualizzare meglio il luogo.

Non conoscendo la zona, può essere che tu mi stia dicendo “eh bravo, ma li sotto c’è un parcheggio e/o discarica e/o bagno pubblico, mica potevo abbassare l’inquadratura”.

Per esperienza però ti dico che negli anni ho incontrato davvero poche situazioni dove, con una breve o lunga scarpinata, qualche graffio dovuto ai rovi o qualche puntura di insetti non sono stato in grado di comporre come volevo.

Ti pongo infine una breve e futile osservazione circa le gru: se questa fosse stata una foto di San Gimignano, il contrasto ben gestito tra le torri e le gru avrebbe forse potuto trovare una sua ragione d’essere, ma qui temo siano solo di disturbo.

Luci e colori

Andrea, la tua mail parla di un’elaborazione HDR di questo scatto. Ad essere sincero, senza leggere la tua nota non l’avrei mai detto.

Per prima cosa perché le foto fatte alla mattina presto o a partire dal tardo pomeriggio spesso non presentano una forte differenza tra luci ed ombre e quindi non avrei sentito l’esigenza di applicare questa tecnica, in secondo luogo perchè le aree dove questo effetto sarebbe stato più evidente (le forti luci e le ombre) sono marginali rispetto al totale ed è difficile apprezzare il miglioramento dei loro dettagli.

Rispetto invece al bilanciamento del bianco, ho notato che questo è più freddo rispetto a quello che mi sarei aspettato dal momento della giornata, probabile che la tua reflex sia stata ingannata dalla tonalità eccessivamente calda data dalle case in tufo e mattoni ed abbia cercato di riportare il tutto ad un (falso) equilibrio.

Post-produzione

Come ti ho già scritto, non avrei dedicato del tempo per l’HDR.

Di sicuro però avrei tentato di rimuovere le gru e i fili della corrente o telefono in basso. Sono consapevole che sia un’alterazione della realtà che molti disprezzano, sono però dell’idea che quando guardiamo di persona una scena il nostro cervello tenda inconsciamente ad esaltare le caratteristiche piacevoli e a minimizzare quelle spiacevoli (di fatto operando un’operazione simile a quella possibile con il Content Aware di Photoshop) mentre in una foto tutto viene spietatamente esposto e può essere freddamente valutato. Per questo tendo a rimuovere alcuni (non tutti) elementi che ritengo negativi.

Senza andare ad alterare la realtà, avrei utilizzato un’inquadratura molto più stretta, o tramite uno zoom oppure con un crop in post-produzione. Infine, avrei eliminato la distorsione riportando le linee verticali alla perpendicolarità.
Ti propongo una mia interpretazione del tuo scatto in base a quello che ti ho scritto.

Commento finale

Andrea, voglio proporti questo ragionamento: quando guardiamo una foto del National Geographic difficilmente non veniamo colpiti dalla bellezza dello scatto, dalla sua pulizia, dalla composizione, dai colori e dalle luci ed ombre.

Nulla è lasciato al caso: quando intervistati, i loro fotografi ammettono di essere tornati in un determinato posto svariate volte, anche a distanza di anni, per ottenere lo scatto che volevano, che avevano in mente.

Tutto questo, a noi “mortali” è precluso: una vacanza o semplicemente il nostro tempo libero non sono compatibili con questo metodo di lavoro, spesso siamo costretti a scattare in quel momento perché in quel luogo non potremo tornare.
Penso tuttavia che sia possibile allenare il proprio occhio a riconoscere una scena potenzialmente interessante davanti alla quale dobbiamo dedicare un po’ più di tempo, anche un solo minuto, a riflettere su come possiamo esaltare la scena. Quasi sempre basterà una differente composizione.

Per darti un esempio concreto ho trovato questa foto di Elvio Maccheroni su 500px:
http://500px.com/photo/9758753
sono quasi certo che a questa foto sia stata applicata una qualche forma di mappatura dei toni, una specie di HDR partendo da un singolo scatto. Quello su cui vorrei che ti soffermassi tuttavia è la scelta del punto da cui scattare la foto. Rispetto alla tua, ha incluso un primo piano e uno sfondo, fornendo all’osservatore ampi indizi del luogo circostante e mantenendo comunque l’idea di arroccamento.

Per qualsiasi cosa, sono a tua (e vostra) disposizione tramite i commenti.
Alla prossima!

Emi

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