Domenica ci ha inviato la foto di alcuni pupi siciliani fatti a mano da una famiglia di pupari con una tradizione ricchissima alle spalle. Quello che l’ha colpita sono state l’espressività e la cura nella realizzazione. L’intenzione dietro lo scatto era quella di rendere al meglio il senso di maestosità percepito guardando il soggetto.
Non conoscendo esattamente le fattezze e le dimensioni dei pupi, per valutare al meglio la foto ho fatto qualche ricerca sulla rete. Ora, oltre ad essere più preparato in materia, posso affermare che sul web e sulle varie agenzie di micro-stock esistono poche foto migliori di quella che tratto oggi.
Parto subito con il dire che l’intenzione di rendere la maestosità del pupo ha correttamente portato Domenica a riprendere il soggetto dal basso verso l’alto, mettendo l’osservatore in posizione di inferiorità davanti al gigante. La scena presenta poche aree prive di dettagli (i riflessi sullo scudo al centro e la zona d’ombra nell’angolo della foto in basso a sinistra).
Apprezzo anche la presenza di un secondo pupazzo e del manifesto sullo sfondo che, invece di distrarre, vanno ad aggiungere elementi didascalici alla foto.
Messa a fuoco
Sospetto che sia stato lasciato attivo il punto di messa a fuoco centrale, che in questo caso cade esattamente sullo scudo.
Questo, unito ad un diaframma piuttosto aperto, una posizione vicina al soggetto e ad una velocità ISO di 1600 ha portato a rendere leggermente sfumato tutto ciò che non era sullo scudo del pupo, quindi anche la faccia della marionetta.
La teoria vuole che l’occhio sia attratto in primo luogo dall’elemento più nitido e più luminoso. Così, in questa foto, l’attenzione viene catturata principalmente dallo scudo, che ha inoltre il peso prevalente occupando circa metà del fotogramma da solo.
In questo caso, un diaframma più chiuso (f/8 o f/11) avrebbe potuto aumentare la nitidezza sia sulla faccia del pupo sia in generale sull’intera foto: la maggior parte degli obiettivi zoom infatti rende il meglio intorno ad f/8. In alternativa, si poteva scegliere il punto di messa a fuoco corrispondente alla faccia.
Luci ed esposizione
L’esposizione risulta quasi corretta, un terzo di stop in più ed un po’ di luce di riempimento in post-produzione per recuperare dettagli nelle zone d’ombra avrebbero reso la foto più luminosa.
I pixel bruciati sullo scudo vanno bene cosi in quanto non ritraggono punti significativi della scena e rendono più scintillante l’armatura.
Un aumento del contrasto localizzato (Chiarezza) avrebbe esaltato i dettagli di scudo ed armatura.
Composizione
Del punto di vista e della presenza dei vari elementi nello scatto abbiamo già detto.
Per rendere ancora di più la maestosità del guerriero, la sua figura avrebbe potuto essere rappresentata a figura intera e ripresa sempre dal basso, come a simulare un soldato che sovrasta il nemico.
In questo modo probabilmente lo scudo avrebbe avuto proporzionalmente un peso minore e il pupo avrebbe avuto l’attenzione meritata. Forse Domenica avrebbe potuto anche ruotare lo scudo per metterlo quasi di taglio.
Questa è una cosa importante da tenere sempre a mente: non ci si deve accontentare della scena cosi come l’abbiamo trovata, gli elementi possono essere spostati, manipolati. Pensa al fotografo con la sua modella: la dirige, interviene su espressione, acconciatura, make-up e così via.
Bilanciamento del bianco
Il bianco nella foto sembra ben bilanciato, il cartellone alle spalle dei pupi appare come dovrebbe essere.
Tuttavia, questa precisione della reflex ha reso lo scatto decisamente freddo, cosa che non si addice molto al clima siciliano. Si potrebbe correggere lievemente in post produzione aumentando la temperatura del colore.
Circa i colori, un aumento della vividezza (che lascia inalterati i colori già saturi) potrebbe contribuire a rendere più “pittorica” la scena.
Attenzione poi a vestiti o altri oggetti molto colorati nelle vicinanze che potrebbero “tingere” il metallo, come nel caso del nostro scudo, giallo in basso a destra. Una desaturazione localizzata risolve il problema in pochi secondi.
Qualità grafica
Al pari delle altre foto che finora abbiamo ricevuto, anche Domenica ha inviato una foto in medio-bassa risoluzione e questo mi rende quasi impossibile, ad esempio, andare a valutare alcune caratteristiche come il rumore digitale.
La foto di oggi è stata scattata ad ISO 1600 e ad 1/40 di secondo. Per ottenere una foto qualitativamente migliore, se le condizioni lo consentono e non stiamo trattando fotografia sportiva, è necessario scattare all’ISO più bassa possibile e con un treppiede.
Molto versatile è il Gorillapod di Joby, che puoi agganciare anche ai pali o al manubrio di una bici limitando il micro mosso ed ottenendo in genere maggior nitidezza e miglior resa dei colori.
Commento finale
Ho provato ad elaborare la foto di Domenica cercando di applicare quanto scritto finora, nel limite di quanto consentito dal formato JPEG.
In particolare, ho aumentato la nitidezza sul volto, desaturato lo scudo, aumentato leggermente l’esposizione e la vividezza, aumentato il contrasto locale e rese più chiare le zone troppo scure (il petto della seconda marionetta e l’angolo in basso a sinistra).
Sono convinto che una foto come questa, scattata in formato RAW ed adeguatamente trattata in post produzione, potrebbe essere accettata su molte agenzie online di micro-stock e mi piacerebbe verificare se davvero ha tutte le carte in regola.
Alla prossima foto!