Il periodo in cui ho cominciato a fotografare con una reflex è coinciso più o meno con il periodo in cui ho cominciato ad informarmi su modi alternativi di guadagnarsi da vivere, tipicamente legati ad Internet. Mettendo insieme le due cose molto presto sono incappato in una parola a me sconosciuta: microstock.
Questo termine sembrava riferirsi ad un modo estremamente comodo di fare soldi con le proprie foto, lavorando da casa, caricando qualsiasi foto, vendendo in tutto il mondo. Ovviamente, non era così facile ma sicuramente si trattava di un’opportunità interessante e nuova.
Che cos’è il microstock
La prima volta che ne senti parlare, se non hai mai visto niente del genere, il funzionamento del microstock è un po’ difficile da afferrare. In realtà si tratta di un modello che, soprattutto grazie ad Internet, è sempre più diffuso. Cercherò di spiegartelo nella maniera più chiara possibile.
Dal punto di vista dell’acquirente, un’agenzia di microstock, un sito di microstock se preferisci, fornisce foto (ma anche illustrazioni, animazioni e video) a prezzi bassissimi, a partire da qualche decina di centesimi. I prezzi aumentano man mano che la risoluzione della foto cresce oppure nel caso di raccolte di foto di maggiore qualità scelte dagli editori.
Gli acquirenti tipici sono web designer, blogger, riviste, aziende pubblicitarie. Sicuramente hai visto qualche foto acquistata sul microstock come immagine all’inizio di un post su un blog oppure in una pubblicità, ad esempio di Groupon.
Ma da dove vengono queste foto?
Le foto sono caricate dai fotografi iscritti come collaboratori al sito di microstock. Chiunque può iscriversi e provare a farsi accettare come collaboratore. Una volta accettato, il fotografo può inviare le sue foto che saranno esposte e ricercabili sul sito di microstock.
Ogni volta che un cliente acquista una foto, una percentuale dell’introito rimane all’agenzia e un’altra va al fotografo. Lievemente diverso è il caso in cui la foto venga acquistata da un cliente che ha stipulato un abbonamento con l’agenzia di microstock, ma il concetto generale rimane valido.
La foto così acquistata ha una licenza cosiddetta royalty-free,il che significa che l’acquirente può utilizzare quella foto quando e dove vuole.
Dopo questa spiegazione puoi capire da dove viene il termine microstock. Nasce dalla contrazione tra le parole micropagamenti e stock, dove quest’ultima indica il tradizionale mercato fotografico in cui le foto venivano cedute a prezzi piuttosto alti con licenze decisamente più restrittive di quella royalty free.
Non pensare che il tipo di licenza ed i pagamenti così bassi implichino una bassa qualità delle foto. Se ciò poteva essere vero agli inizi, nel 2000, la qualità delle foto accettate e i requisiti delle agenzie di microstock sono rapidamente cresciuti. Al giorno d’oggi, su microstock si vendono foto di qualità professionale, paragonabile a quelle prodotte dagli studi fotografici.
Ora, visto che sei un lettore attento, ti sorgerà un dubbio: che convenienza c’è a caricare foto di livello professionale su un sito che poi mi fa guadagnare pochi centesimi ogni volta che una foto viene venduta?
Te lo spiego subito.
Come funziona il microstock per un fotografo
Non farò qui un tutorial su microstock, ma ti do qualche informazione in più necessaria per capire.
Al giorno d’oggi, esistono numerose agenzie di microstock, alcune sicuramente molto più affermate di altre. Si differenziano soprattutto per i modelli economici che propongono, in parole povere, quanto guadagni. Nessuna ti farà guadagnare nettamente più delle altre a priori, ma qualcuna potrebbe essere più conveniente in base al tuo modo di lavorare e al tipo di foto che produci.
L’iscrizione ai siti di microstock è gratuita,ma le tue foto non vengono tutte accettate. Generalmente devi superare una selezione iniziale: devi inviare alcune foto all’agenzia e, se queste sono ritenute all’altezza dei requisiti, vieni accettato. Se non viene accettato, puoi per provare con altre foto o magari cercare di correggere quelle rifiutate, se il problema era legato alla post-produzione.
Una volta dentro un’agenzia di microstock, puoi inviare tutte le foto che desideri in qualsiasi momento. Queste vengono revisionate una ad una e accettate oppure rifiutate. Le foto accettate vengono subito messe in vendita sul sito, per quelle rifiutate di solito è presente una spiegazione dei motivi del rifiuto. Questa ti aiuta a migliorare le foto rifiutate ma soprattutto a fare foto migliori successivamente.
Un lavoro tipico del fotografo microstock consiste nella scelta di titoli, descrizioni e parole chiave adatte alle foto caricate. Questi servono a facilitare il rintracciamento delle proprie foto da parte dei clienti. Infatti, gli acquirenti di foto su microstock non scelgono le foto scorrendo l’intero catalogo del sito ma usano il motore di ricerca per rintracciarle. Scegliendo titoli, descrizioni e parole chiave ottimizzate, fai in modo che più persone le trovino e quindi le comprino.
Vista la quantità e la varietà di agenzie di microstock, molti fotografi partecipano a più di una di esse, inviando le stesse foto a tutte quante o anche foto diverse. Infatti, foto rifiutate da un’agenzia possono essere accettate da un’altra e soprattutto la probabilità di vendere una foto specifica non è la stessa per ogni agenzia di microstock.
Esiste però anche la possibilità di diventare fotografo esclusivo di una singola agenzia. Lo svantaggio è che in questo modo ti impegni a non vendere le tue foto presso nessun’altra agenzia. Come puoi immaginare, però, il vantaggio è che la percentuale sulle vendite diventa molto più alta.
La scelta dell’esclusività è totalmente soggettiva, guidata sia da criteri di comodità, dover gestire i caricamenti su un solo sito è sicuramente più facile, sia di economicità. Secondo me, conviene cominciare con più di un’agenzia e, una volta capito come vanno le cose, fare i dovuti calcoli. Se diventare esclusivo riduce drasticamente i tempi di lavoro e aumenta i guadagni, allora è sicuramente conveniente.
Alcune agenzie propongono anche delle collezioni speciali in cui le tue foto vengono inserite se ti distingui dagli altri fotografi. Ovviamente, le foto vendute su questa collezione hanno prezzi più alti e quindi anche i tuoi ricavi diventano maggiori.
Ma si può vivere di microstock?
La risposta breve è sì. Non ti sarà difficile, con una breve ricerca su Internet, trovare nomi di numerosi fotografi che hanno abbracciato completamente questo nuovo modo di vendere le proprie foto e che ne hanno fatto la propria fonte di reddito principale.
Accanto a questi, ci sono i fotografi che grazie al microstock riescono a fare guadagni marginali, utili a finanziare il proprio hobby fotografico. Oppure, ci sono i casi di fotografi dai ricavi milionari come il celeberrimo Yuri Arcurs.
Sicuramente, il microstock non è un sistema per diventare ricchi rapidamente lavorando in pigiama da casa ed inviando le foto del gatto. Rimane comunque un metodo semplificato di guadagnare dalla propria fotografia rispetto al metodo tradizionale di rintracciare clienti e soddisfare le loro esigenze, uno alla volta.
Purtroppo, a questo punto, non posso ancora parlarti per esperienza personale, però mi sono molto documentato sull’argomento. Se vuoi guadagnare seriamente dalla vendita delle tue foto attraverso microstock devi affrontarlo in maniera seria, come affronteresti un lavoro:
- devi innanzitutto scattare foto belle, degne di essere vendute,
- devi lavorare attentamente su titoli, descrizioni e parole chiave che rendano le tue foto facilmente rintracciabili attraverso il motore di ricerca,
- ti conviene promuovere il tuo lavoro, magari attraverso un tuo sito personale, e non affidarti unicamente alla promozione effettuata dall’agenzia di microstock,
- devi mantenere il tuo sforzo costante, caricando regolarmente nuove foto e lavorando per migliorarti anche in base al feedback ricevuto in caso di rifiuto,
- devi seguire l’andamento del mercato e proporre le foto che la clientela richiede.
Il penultimo punto è probabilmente il più importante. Dai numerosi racconti che ho letto emerge un concetto comune. All’inizio, il microstock può essere piuttosto deludente, soprattutto se ti aspettavi di diventare ricco caricando a casaccio nel tempo perso le foto delle tue vacanze. Se superi questo difficile momento iniziale e continui con regolarità a caricare scatti che vengono accettati e ad aumentare la percentuale di foto accettate, il tuo portafoglio si fa sempre più grosso e così anche il numero di vendite aumenta.
Infatti, non devi dimenticare che una volta caricata, una foto rimane disponibile per sempre ed inoltre, se ad un cliente piacciono le tue foto, potrebbe essere che ti prenda come suo “fornitore” di fiducia, andando a pescare nel tuo portafoglio anche le foto meno recenti.
Sostanzialmente, nonostante il guadagno per ogni singola foto sia minimo, il numero di foto che puoi vendere attraverso il microstock può essere piuttosto alto,grazie al fatto che tutte le agenzie di microstock vendono in tutto il mondo. È un po’ come il mercato delle app per gli smartphone: ogni applicazione costa una manciata di dollari (o meno), ma aziende e singoli sviluppatori vivono delle loro app grazie ad un numero di vendite molto elevato.
I vantaggi del microstock
Ecco un riassunto dei vantaggi che provengono dal vendere le foto sul microstock, soprattutto rispetto al modo tradizionale:
- puoi lavorare dove vuoi, quando vuoi, con il ritmo che preferisci,
- non devi trattare con clienti sempre scontenti che non vogliono pagarti,
- puoi cominciare piano, affiancando la tua attività fotografica ad un altro lavoro, per vedere intanto come va,
- il mercato del microstock è molto aperto, è facile capire cosa vende di più, quali sono le richieste dei clienti, semplicemente analizzando l’offerta sui vari siti,
- la comunità dei fotografi microstock è molto ampia e collaborativa, ti aiuterà a capire perchè le tue foto non vengono accettate,
- anche se non ci guadagni abbastanza, sottoporre le tue foto alla revisione dell’agenzia di microstock ti insegnerà moltissimo e ti farà diventare un fotografo migliore,
- puoi partecipare con foto dei generi più disparati.
Troverai on-line molti articoli che non sono d’accordo su quest’ultimo punto. C’è sempre chi osserva quali sono le tendenze del mercato del microstock e ti consiglia di seguire specifici generi fotografici. Effettivamente, è evidente che alcune foto vendono più di altre.
Per fortuna, esistono numerosissimi esempi di fotografi che si specializzano in ciò che preferiscono e che si distinguono semplicemente per la qualità dei loro lavori. In questo modo riescono comunque ad avere successo sul microstock senza essere costretti a praticare un tipo di fotografia che non amano.
Gli svantaggi del microstock
Per par condicio, comunque, ecco alcuni dei difetti sollevati dei detrattori:
- il tuo lavoro viene svalutato vendendolo a cifre ridicole,
- sul tradizionale circuito stock una foto viene venduta ad una cifra molto elevata senza il permesso di ripubblicarla infinite volte e quindi ti garantisce un guadagno immediato molto più elevato,
- nel microstock devi inseguire continuamente le tendenze (nel link che ho inserito qui sopra, trovi un punto di vista opposto),
- non hai nessun contatto con i clienti, perdi il lato umano dell’essere fotografo commerciale,
- ti trovi continuamente a fotografare sempre le stesse cose e soprattutto cose che non vorresti fotografare (non è detto che questo non accada con un lavoro di fotografo “normale”, inoltre, come dicevo sopra, ciò non è necessariamente vero).
Conclusioni
Come avrai capito, questo modo relativamente nuovo di vendere le proprie foto mi piace molto e trovo i suoi vantaggi molto superiori agli svantaggi. Inoltre, partecipare non costa nulla. Se hai già alcune foto pronte, ti porterà via anche poco tempo.
Hai visto che ci sono anche delle obiezioni che possono essere valide ma a cui è facile controbattere. Se ti informi sul microstock, fai attenzione da una parte gli entusiasmi di chi magari è entrato nei primi anni, quando tutto era più facile, e quindi ha avuto molta fortuna dal punto di vista economico. Dall’altra parte, fai attenzione ai fotografi conservatori e tradizionalisti, che si sentono minacciati da microstock e lo avversano con le unghie e coi denti in maniera assolutamente non oggettiva.
Se vuoi trasformare la tua passione per la fotografia in professione, non sei obbligato a decidere a priori se produrre foto per il microstock o per il circuito tradizionale. Puoi tranquillamente combinare le due cose. Anzi, il microstock potrebbe fungere da laboratorio per capire se le tue foto sono degne di essere vendute.
Dedica un po’ di tempo alla settimana a caricare qualche foto su una o più agenzie di microstock e vedi come va. Poi potresti decidere di concentrarti su questo mercato o di affiancarci un’attività di fotografo tradizionale.
Se vuoi provare, ecco un elenco di alcune agenzie piuttosto famose e affermate:
Ce ne sono molte altre ed il panorama è in continua variazione. Qui trovi una lista più lunga: lista di agenzie microstock.
Infine, ecco alcune risorse in più sull’argomento:
- http://it.wikipedia.org/wiki/Microstock, pagina Wikipedia sul microstock, con un’utile cronologia,
- http://giorgiofochesato.com, il sito di uno dei fotografi italiani più famosi tra quelli che usano microstock (ed è interessante),
- http://www.microstock.it, sito italiano dal nome autoesplicativo,
- My Private Garden, sito di un fotografo meno noto, ma con racconti sulla sua esperienza nel microstock.
Alcuni siti americani molto più nutriti (ovviamente):