“La foto non deve documentare la realtà, ma interpretarla. La realtà ce l’abbiamo tutti intorno, ma è chi fa la foto che decide cosa vuole esprimere. La realtà è un po’ come un blocco di marmo. Ci puoi tirar fuori un posacenere o la Pietà di Michelangelo.”
Si può spiegare con questa sua stessa dichiarazione l’eclettismo di Franco Fontana, fotografo modenese classe 1933, che nella sua carriera ha agevolmente spaziato tra vari generi fotografici come il paesaggio, il reportage, il nudo, la fotografia fine art, gli scatti con polaroid, senza disdegnare la fotografia pubblicitaria e di moda.
“Per la me la fotografia rimane sempre un pretesto: è una parte di te stesso che va a testimoniare il tuo mondo, che sia un paesaggio o un essere umano”.
Un modo di vivere la fotografia totale, troppo ampio per rimanere vincolato ad un genere specifico.
Fontana Inizia a fotografare intorno ai 30 anni dapprima come fotoamatore, prendendo a noleggio una Kodak Retina nei fine settimana.
“Un mese dopo comprai una Pentax dallo stesso rivenditore, a 5.000 lire al mese”.
Tuttavia, ancora oggi, Franco Fontana, si considera un fotoamatore, nonostante gli oltre 70 libri pubblicati e più di 400 mostre tenute in tutto il mondo.
“Per me comunque la fotografia non è mai stata una professione: è la mia continua realtà, che dona qualità alla mia vita”.
Franco Fontana usa la fotografia come mezzo di espressione artistica, tanto da essere universalmente riconosciuto come uno dei fotografi più “pittorici” della storia. I suoi paesaggi coloratissimi e le sue geometrie potrebbero facilmente essere confusi per quadri di arte contemporanea.
Proprio questo suo modo originalissimo e personale di intendere la fotografia può esserti molto utile per migliorare.
Continuando a leggere, infatti, scoprirai come alcune sue frasi possono davvero contribuire ad aprirti orizzonti che finora non avevi mai considerato.
1. Bianco e nero o colore?
“Il colore per me rappresenta la vita, il pensiero, il cuore, la gioia. Non è un fatto arbitrario, il bianco e nero è arbitrario come fatto creativo. Noi siamo abituati a vedere a colori. La mia prima testimonianza è stata a colori.
Quarant’anni di colore. Ma quarant’anni fa c’era il rigoroso bianco e nero. Io ho scelto la fotografia a colori, e il colore va interpretato. È molto più difficile fare il colore che il bianco e nero. Non si cerca mai la realtà per quella che è, ma si cerca di reinventarla in un modo più ideale. I colori esistono, io li interpreto”.
Insegnamento
Franco Fontana sostiene una verità inconfutabile: un’ottima fotografia a colori è molto più complessa da ottenere rispetto ad una fotografia in bianco e nero.
Il discorso è puramente tecnico. In una fotografia in bianco e nero ti è sufficiente tenere sotto controllo, da un punto di vista di equilibrio compositivo, toni chiari e toni scuri.
Nella fotografia a colori, invece, oltre ai toni ti sarà necessario avere il controllo anche sull’equilibrio cromatico. Se, per esempio, un colore molto acceso non coincide con il tuo soggetto, ti sarà molto difficile focalizzare l’attenzione su di esso.
Dunque, se sei un amante della fotografia in bianco e nero, non fossilizzarti esclusivamente su di essa. Scattare ogni tanto a colori, anche come puro esercizio stilistico, ti aiuterà a migliorare il riconoscimento delle forme e dei toni.
Magari scoprirai di amare anche questa forma espressiva. Indubbiamente ti aiuterà a migliorare nella fotografia che abitualmente ami fare di più.
2. Fotografa il rosso
“Uno dei tanti esercizi che faccio fare ai miei allievi, per testimoniare la loro sensibilità, è quello di cercare il rosso, andare in giro a fotografare il rosso che da oggetto deve diventare soggetto. Per identificare il colore, se togli per esempio il rosso dall’immagine, decade l’interesse per il colore in quell’immagine.
Se tu disegni un punto nero sul foglio bianco, tutti vedono un punto nero, non il grande spazio bianco. Nessuno vede il foglio bianco, perché il punto nero diventa il soggetto. Tornando al rosso, io lo faccio fotografare con lo stesso significato del punto nero. Devono andare in giro a trovare il rosso.
Dopo dieci quindici foto, vedono il rosso dappertutto. Perché l’hanno trovato. Perché le cose non le devi mica andare a cercare, se non ce l’hai dentro di te. Se non le hai già trovate, cosa vai a cercare? Il vuoto?”.
Insegnamento
Scegli un colore ed esci a cercarlo. Come spiega lo stesso Franco Fontana, è un ottimo esercizio per estrapolare (e riconoscere) un soggetto in un contesto più ampio. Questo ti abituerà a focalizzare la tua attenzione durante una sessione fotografica, in modo da non perdere di vista l’importanza del soggetto.
Ripetendo l’esercizio più volte, ti accorgerai di come, col tempo, migliorerà la tua capacità di concentrarti e “riconoscere” il tuo soggetto all’interno di una scena.
3. Usa il teleobiettivo
“Il teleobiettivo rende bidimensionale l’immagine. Quando punti il teleobiettivo, dato che ha queste focali a lunga distanza, la prospettiva non esiste più. Diventa bidimensionale. Ti permette di fare una selezione di tutta questa materia che ci gira attorno.
La materia prima gira intorno a noi, si disperde nello spazio senza significato se tu non la puntualizzi. Il teleobiettivo ti permette di individuare e di significare quello che si vuol fare, il tuo lavoro. Crea una situazione che l’occhio non è abituato a vedere, un invisibile che diventa visibile”.
Insegnamento
I paesaggi di Franco Fontana sono ormai un suo marchio di fabbrica. Geometrie costruite con la luce, con i colori e senza profondità spaziale. Quasi delle opere pittoriche su tela.
Come sai, un teleobiettivo appiattisce la profondità, permettendoti di costruire immagini che l’occhio abitualmente non vede.
Finora ti hanno insegnato che i paesaggi si fotografano con il grandangolo, non è vero? Esci da queste convinzioni, quindi, e inizia ad usare un teleobiettivo.
Questo ti permetterà di giocare con nuove forme, aiutandoti a sviluppare la capacità di analizzare le forme e le linee, migliorando il tuo gusto per la composizione. E, come saprai, in fotografia la composizione ha un ruolo determinante.
4. Photoshop è tuo amico
“Il computer ti dà la licenza pittorica di aggiungere. E poi bisogna smettere di percepire la tecnologia, l’innovazione nell’arte, come una bestemmia. Quando una banca mi ha chiesto di realizzare un reportage sul mondo che verrà, ho dovuto utilizzare il computer: scattavo qualcosa e in seguito ci aggiungevo quello che era impossibile fotografare. Ecco l’immaginazione.
E per fortuna che oggi abbiamo il computer. Basti anche pensare a fotografi come il tedesco Andreas Gursky, le cui fotografie totalmente fatte al computer sono vendute per milioni di euro, o allo statunitense David LaChapelle: il futuro sarà così.
La mia opera non nasce come testimonianza, ma se ne riappropria ugualmente. È un mezzo per fare arte. Sono foto di pensiero, che non documentano”.
Insegnamento
La lotta tra i puristi e gli amanti delle elaborazioni in postproduzione anima i dibattiti nel mondo della fotografia da sempre. È giusto modificare la realtà? In che direzione va la fotografia? È etico togliere o aggiungere qualcosa da un’immagine?
Eviterò di dilungarmi su questo discorso, perché esula dal senso di questo articolo.
In linea generale credo che, nella documentazione fotografica, sia eticamente corretto non alterare ciò che la fotocamera cattura. Ma Franco Fontana lo dice esplicitamente: lui non ha la pretesa di documentare.
Se parliamo di fotografia pubblicitaria o artistica, come quella del fotografo modenese, allora il confine tra realtà e invenzione si assottiglia fino a fondersi. Se il fotoritocco può completare e arricchire l’idea del messaggio che vuoi trasmettere, non c’è niente di sbagliato nell’utilizzarlo. Ovviamente, come in tutte le cose, la misura deve essere data dal tuo buonsenso.
5. Scatta con la testa
Una domanda che spesso viene rivolta ai fotografi di alto livello, è il modello di macchina fotografica che utilizzano. Quasi a voler significare che, per raggiungere certi livelli, la macchina utilizzata è di primaria importanza.
Franco Fontana, in tal senso, è molto diretto: “Prendiamo il cellulare e scattiamo: abbiamo una fotografia. Non è importante lo strumento, ma cosa vogliamo riprendere. E ciò che ci appare dipende dal nostro cervello, perché non tutti percepiamo la realtà allo stesso modo.
Se mi si chiedesse come ho fatto queste foto di paesaggi risponderei: con la testa. Lo scrittore scrive con la testa, la penna è solo un mezzo. La macchina fotografica è solo il mezzo che permette di significare il mio pensiero, niente di più”.
Insegnamento
Una convinzione abituale, principalmente del fotografo amatore, è quella di poter progredire solo migliorando la propria attrezzatura fotografica. Questo è comprensibile, perché solitamente si inizia con una fotocamera entry level e si ha come punto di riferimento i grandi fotografi, che utilizzano reflex da migliaia di euro.
In realtà si tratta di una convinzione errata, perché gli esempi di grandi fotografi che utilizzano compatte o anche cellulari sono tantissimi. Inoltre anche tieni presente che una compatta di alta fascia di oggi, ha una tecnologia anni luce più avanzata rispetto, per esempio, ad una reflex evoluta di soli 15 anni fa.
Come dice Franco Fontana, la grande fotografia è nella testa. Se hai un’idea e hai ben chiaro cosa vuoi fotografare e come devi fotografarlo, il mezzo diventa relativamente importante.
Un ampio bagaglio culturale può farti decidere cosa fotografare, mentre la conoscenza e lo studio della tecnica ti aiuteranno a rappresentare al meglio la tua idea. E credimi, non hai bisogno di altro per creare una grande fotografia.