Recensione de “L’esposizione fotografica” di Michael Freeman: come un vero fotografo sceglie la corretta esposizione

Recensione de “L’esposizione fotografica” di Michael Freeman: come un vero fotografo sceglie la corretta esposizione

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La ricerca dell’esposizione corretta è una sfida per tutti i fotografi. Per i fotografi principianti è fonte di ripetute frustrazioni ma anche i fotografi professionisti incappano di frequente in situazioni in cui non è ovvio come impostare i parametri che concorrono all’esposizione.

Anche una volta memorizzate le regole che governano il triangolo dell’esposizione e imparato a controllare ad occhi chiusi tutti i settaggi della fotocamera, ci troveremo di fronte a scene per le quali sarà necessario riflettere attentamente su quale parte della scena vogliamo evidenziare, quale modalità di misurazione dell’esposizione sarà la migliore, se sarà necessario compensare l’esposizione e così via.

Un professionista che compie quotidianamente, e spesso anche rapidamente, questi ragionamenti li fa diventare quasi automatici e, grazie all’esperienza, riesce a produrre i risultati desiderati con regolarità e precisione.

Non sarebbe bello poter pescare nella mente di un tale professionista e capire i processi mentali che lo portano a ottenere sempre l’esposizione che lui vuole, l’esposizione migliore?

Il libro di Michael Freeman L’esposizione fotograficaè quanto di più vicino a ciò si possa fare, a meno di avere lezioni private da Freeman stesso.

Il processo decisionale per determinare la corretta esposizione

Come tutti scoprono prima poi, l’esposizione corretta non è una sola. È più giusto parlare dell’esposizione corretta in base al risultato creativo che si vuole ottenere, al messaggio che si vuole trasmettere.

Questo è un concetto che Freeman espone all’inizio del libro è che riafferma ripetutamente (ma anche Bryan Peterson, per dirne uno, è d’accordo).

Detto questo, nella prima parte del libro l’autore affronta l’arduo compito di provare a descrivere in maniera quasi algoritmica quale sia il processo mentale, il processo decisionale, che un fotografo affronta, spesso in pochi istanti, per determinare quale sia la corretta esposizione, data la scena che sta inquadrando e dato come vorrebbe che risultasse in fotografia.

La descrizione di questo processo è già sufficiente a giustificare l’acquisto del libro.

Un fotografo, anche principiante, può usare lo schema creato da Freeman per guidare le proprie scelte in fatto di esposizione fino a che non l’avrà fatto proprio e può anche sfruttarlo per scoprire alcuni aspetti della fotografia che deve ancora approfondire.

Molto da imparare

Ma, ovviamente, non c’è solo questo da imparare dalla lettura di L’esposizione fotografica.

Una volta illustrato il metodo per decidere come impostare l’esposizione, l’autore descrive in dettaglio gli aspetti tecnici dell’esposizione.

Nel secondo capitolo, infatti, si impara quali sono le principali modalità di misurazione dell’esposizione, come si usa un cartoncino grigio medio, come la fotocamera vede la luminosità della scena e tutto quello che serve sapere, da un punto di vista tecnico, per impostare la fotocamera una volta che abbiamo deciso come deve essere l’esposizione nella nostra foto.

Il terzo capitolo aiuta proprio a compiere questa decisione. L’autore descrive una suddivisione in 12 categorie di tutte le possibili “situazioni espositive”. Queste categorie servono a dare un’indicazione di massima, un’indicazione di partenza su come andrà impostata l’esposizione in base alle caratteristiche della scena che stiamo fotografando.

Le situazioni che si possono presentare a un fotografo sono così varie che sembra difficile immaginare che qualcuno riesca a raggrupparle in sole 12 categorie. Dopo aver letto L’esposizione fotografica, però, ritengo che Freeman abbia effettivamente realizzato un lavoro egregio. Le categorie che propone sono efficaci sia perché coprono tutte le possibili situazioni che si possono presentare, sia perché sono comprensibili e credibili.

Per ogni categoria, sono presentate una o più foto di esempio, scattate dall’autore stesso. Le foto non servono solo a esemplificare chiaramente la categoria, ma vengono anche usate per spiegare quali decisioni sono state prese prima dello scatto e perché.

La descrizione del ragionamento che ha portato un fotografo professionista a compiere una scelta precisa è il modo migliore per imparare a emularne le gesta, quindi questi esempi sono estremamente utili per chi vuole imparare.

Il quarto capitolo parla invece della componente più artistica, ovvero di come usare l’esposizione per trasmettere determinate emozioni, per comunicare precisi messaggi. Probabilmente è il capitolo più bello, perché ci ricorda come la fotografia non sia solo tecnica e teorie, ma soprattutto arte, creatività e comunicazione. In questo capitolo si parla di high key (chiave alta), flare, del sistema zonale e di molti altri strumenti espressivi legati all’esposizione.

Infine, il quinto capitolo affronta le tecniche di elaborazione e di fotoritocco che si possono usare per migliorare l’esposizione. La fotografia digitale permette di fare correzioni anche locali che aumentano le possibilità espressive dei fotografi. Infatti, l’autore si sofferma sul fatto che il fotoritocco non è da considerare uno strumento per correggere scelte errate compiute al momento dello scatto, ma per migliorare le foto al fine di valorizzarne il contenuto artistico.

Un libro da avere assolutamente

Prima de L’esposizione fotografica avevo già letto Understanding Exposure di Bryan Peterson, anch’esso imperdibile, più un sacco di articoli online sull’esposizione, in aggiunta a diversi ebook scritti da fotografi. Per questo molti concetti non mi erano nuovi.

Comunque, è stata una lettura che mi ha arricchito tremendamente.

La descrizione di come ragiona un fotografo con parecchi anni di esperienza quando valuta l’esposizione corretta non può non essere che estremamente istruttiva per un fotografo amatoriale, seppur appassionato.

L’importante, come vale per tutti i libri di fotografia, è ora mettere in pratica ciò che di nuovo ho imparato. Credo che, inoltre, tornerò su questo testo in futuro, per rinfrescare le cose che avrò usato meno di frequente.

È la stessa cosa che consiglio a te: compralo, leggilo, praticalo, rileggilo e ripraticalo.

Assolutamente consigliato sia ai principianti, in quanto è scritto in modo veramente semplice, che a chi ha già esperienza. Anche se sai già impostare l’esposizione da questo libro imparerai come usarla per fare foto veramente artistiche.

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