Foto alla coppa America con un obiettivo decentrabile: e il supertele? – Come nasce una foto 20

Foto alla coppa America con un obiettivo decentrabile: e il supertele? – Come nasce una foto 20

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Questa foto è scattata in uno dei più bei giorni di vela che abbia mai visto: la regata è quella delle World Series di Coppa America, un circuito che tocca tutto il mondo in attesa delle regate finali che si terranno a San Francisco quest’estate. Le location prescelte sono inusuali per il mondo della vela, sono state scelte situazioni che permettano una grande facilità di visione delle regate da terra. Qui siamo a Venezia!

Dal punto di vista tecnico la giornata non è granchè, poco vento, ma siamo con barche velocissime nella città più bella del mondo. In queste immagini puoi capire lo sfondo della regata.

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La situazione è molto particolare: solitamente durante le regate i fotografi accreditati usufruiscono di potenti gommoni messi a disposizione dall’organizzazione. In Coppa America tutto è più complicato, si aggiunga il fatto che a Venezia gli spazi in acqua sono molto ristretti e la circolazione di barche è elevatissima.

Il campo di gara, ovviamente recintato, ha delle restrizioni notevoli rispetto alle regate in mare aperto. La logistica è ferrea e i posti assegnati sulle imbarcazioni sono obbligati. Al momento della registrazione dell’accredito mi comunicano che i posti varieranno giorno per giorno in modo da dare a tutti i fotografi, ovviamente numerosissimi, la possibilità di scattare in situazioni diverse: partenze, arrivi e giri di boa soprattutto.

In particolare la zona di arrivo è ambitissima perché la linea di traguardo è davanti al Palazzo Ducale in piazza San Marco. Il primo giorno riesco a farmi mettere da solo su una delle barche incaricate di posizionare e controllare le boe di virata sul percorso: non voglio trovarmi su un supergommone con altri dieci fotografi che fanno tutti la stessa foto! So di rinunciare alle migliori posizioni ma confido di poter ottenere qualche scatto meno inflazionato.

Le imbarcazioni usate in questa Coppa America sono catamarani molto grandi con l’ala rigida al posto della classica randa: questo li rende velocissimi e potenti. L’idea di poterli fotografare in boa da pochissimi metri mi affascina.

Contrariamente a quanto avviene quasi sempre nello sport, si tratterà di usare focali corte piuttosto dei soliti superteleobiettivi: stare così “dentro” l’azione mi piace molto. Inoltre ho in borsa il 17 mm decentrabile, non proprio quello che serve quando hai bisogno di rapidità! Sono certo di poter sfruttare creativamente le sue caratteristiche di modifica dello sfocato.

Così alla prima virata…sbaglio il tiro! Il fuoco è manuale e, decentrando “scorrettamente”, la profondità di campo si modifica in modo anomalo lasciando solo piccole zone completamente a fuoco.

Bisogna essere bravissimi a “vedere” la foto prima che tutto accada concretamente, non c’è tempo di aggiustare nulla. Sottovaluto la velocità di queste barche anche in virata (eppure dicono che questo assetto faccia perdere prestazioni in questa fase!).

Quando si avvicinano il vento produce una sensazione simile a quella di un velivolo, e sì che oggi ci sono pochissimi nodi d’aria! Per “fortuna” Luna Rossa non vira per prima così riesco a riposizionarmi e al momento buono ecco lo scatto: riesco, come volevo, a tenere il fuoco sulla zona centrale dello scafo, quella con la scritta rossa.

Sono in condizione di controluce e, aspettando il momento buono, questo produce un’ottima sensazione nella fotografia: aspetto di scattare quando la vela mi ripara dal sole eliminando possibili riflessi e dando molta profondità all’immagine. Il rosso della vela spicca moltissimo nella scena quasi monocromatica e l’impressione finale è quella di essere …a bordo!

Quando  si dice “rompere le regole”.

La post-produzione

Ecco le fasi principali del flusso di lavoro.

Il raw originale:

1-inizio

L’istogramma è calcolato al millimetro, ho impostato iso 50 per aggiungere un po’ di mosso selettivo  e con queste impostazioni le alte luci sono a rischio bruciatura: come vedi dai dati di scatto sotto l’istogramma avrei potuto chiudere il diaframma per allungare il tempo di posa e cercare l’effetto panning ma avrei annullato in parte lo sfocato che in questo momento mi interessava di più… non me la sono sentita d montare un filtro ND!

2-istogramma iniziale

L’immagine raddrizzata:

3-raddrizzo

Correzione della deformazione “a barilotto” nel pannello correzioni lente: come vedi, nell’elenco di default di Lightroom non compare il 17 mm decentrabile.

4-no profilo lente

Procedo allora con la correzione manuale:

5-correzione barilotto

Alcuni aggiustamenti nel pannello “base”:

6-dopo pannello base

Un’apertura leggera alle ombre con “curva di viraggio”, utilizzando “trascina” direttamente sulla foto:

7-dopo curva per punti schiarisci ombre

Applicazione di correzioni locali con il pennello in tre fasi successive:

8-filtro espo

9-filtro schiarisci scritta

10-filtro chiarezza espo

Ed ecco la fine dopo aver schiarito col pennello il pesce sulla zona bianca della vela e aver applicato un leggero effetto “vignettatura dopo ritaglio” dal pannello “effetti”:

11-fine con schiarimento pesciolino

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