Proseguiamo la serie di articoli sulla food photography, dopo averla introdotta nell’articolo: Food photography: foto da leccarsi i baffi.
In questo tutorial parliamo in particolare della composizione. Ci sono infatti alcune linee guida che puoi seguire per favorire il successo delle tue foto di cibo.
Come sempre, parlerò di regole, ma non si tratta certamente di leggi rigidissime da applicare ciecamente. Sono invece linee guida che spesso sono utili, ma in altri casi vanno disattese per ottenere i risultati migliori.
Se vuoi migliorare nella composizione fotografica, abbiamo creato un ebook con una serie di tecniche ed esercizi pratici. Si chiama proprio “Composizione pratica” e, per ogni regola, trovi esempi reali ed esercizi per migliorare.
Le regole base
Ovviamente, nella food photography valgono le medesime “regole” compositive applicabili in tutti gli altri generi fotografici.
Prima di tutto, tieni sempre in considerazione la regola dei terzi, o la sezione aurea, e l’uso delle linee orizzontali, verticali e oblique. Queste ultime, sono molto potenti e spesso usate nella food photography, soprattutto create dall’effetto prospettico.
Less is more
Molto importante è mantenere l’inquadratura sgombra . Devi includere solamente ciò che serve ai fini della foto, nulla di più, nulla di meno.
Estremizzando questo concetto, sono molte le foto di cibo scattate su uno sfondo completamente bianco. Questo risultato si può ottenere in due modi:
- con la tenda di luce che citavo nel precedente articolo di introduzione alla food photography,
- piazzando la pietanza da fotografare su una superficie trasparente o traslucida sotto la quale è posizionato un flash, possibilmente corredato da una soft box.
Siate intimi
Fondamentale è anche avvicinarsi al soggetto , alla pietanza, nel nostro caso. In questo modo ottieni principalmente questi effetti:
- riduci la porzione di sfondo visibile,
- riempi la cornice con il protagonista della foto,
- aumenti la porzione di foto fuori fuoco,
- mostri i dettagli più succulenti del cibo, dando quasi la sensazione di poterlo toccare, mordere, annusare.
Perciò, in questo genere fotografico sono anche molto usati gli obiettivi macro , che permettono una messa a fuoco molto ravvicinata. Non è raro trovare foto in cui è visibile solamente una parte del piatto fotografato, tanto il fotografo si è avvicinato.
Molteplicità
Uno stratagemma molto utilizzato nella food photography è quello delle ripetizioni . Viene spesso usato quando la pietanza può essere affettata oppure servita in piccole porzioni (pensa per esempio ai dolcetti).
Posizionando in maniera geometrica le fette o le porzioni, ad esempio allineate, puoi creare forti linee all’interno dell’inquadratura che rapiranno l’occhio dell’osservatore. Per esempio quel creare linee oblique e fughe prospettiche.
Oppure, inserendo molti oggetti uguali (o simili) nello stesso scatto e avvicinandoti tanto da non riuscire a farli entrare tutti in inquadratura, puoi dare l’idea di una continuità infinita.
Questione di punti di vista
Ci sono poi alcuni punti di vista particolarmente efficaci e molto, molto usati nella food photography. Uno che si trova più di frequente, che puoi usare come punto di partenza, è il punto di vista posto un po’ più in alto rispetto allo sguardo di una persona seduta a tavola.
Generalizzando, potrei parlare di 3 punti di vista:
- inclinato , di 45° (più o meno), corrisponde alla situazione che descrivevo sopra, ti permette di dare profondità, mostrare il cibo interamente insieme all’eventuale “scenografia”,
- da sopra , per creare immagini minimaliste, quasi astratte, in cui spesso il cibo viene ridotto a semplici forme geometriche,
- molto ribassato , quasi all’altezza del piatto, e spesso ravvicinato, per tuffare l’osservatore nel piatto (è il mio preferito).
Per ciascuna variante dell’altezza, esistono poi diversi orientamenti, ruotando attorno al cibo puoi creare linee che conducono l’occhio dell’osservatore e applicare in maniera efficace la regola dei terzi.
In generale, posizioni lievemente sopraelevate rispetto al piatto e lievemente ruotate funzionano spesso bene. Per fortuna, il cibo non si muove, quindi hai il tempo di sperimentare diversi punti di vista. Trovi parecchi spunti in questo articolo: 11 Great Camera Angles for Food Photography .
Non fidarti dello sfondo
Importantissimo, come sempre, è ciò che si trova sullo sfondo. Tutto ciò che non serve va eliminato perchè innanzitutto distrae, in secondo luogo potrebbe proprio rovinare l’atmosfera, che nella food photography è molto importante.
Le cose da fare sono due:
- imposta la scena da fotografare con estrema attenzione, non lasciare nulla al caso,
- usa attentamente ciò che hai letto in questo articolo, per minimizzare il rischio di sfondi dannosi.
Ad esempio, se abbassi il punto di vista, ottieni una visione più attraente del cibo, ma includi sempre più sfondo e devi quindi avere maggiore cautela. La medesima cosa accade se ti allontani.
Al contrario, se ti avvicini, ti sposti verso un punto di vista dall’alto o aumenti lo sfocato riduci la quantità di sfondo.
L’aspetto tecnico: la lunghezza focale
Infine, non dimenticare gli effetti della lunghezza focale sull’estetica dello scatto:
- lunghezze più corte dilatano gli spazi e aumentano la profondità di campo,
- lunghezze più lunghe (scusa il bisticcio) comprimono gli spazi e riducono la profondità di campo.
La dilatazione o compressione degli spazi e da tenere molto in considerazione quando hai una scena che si estende in profondità. La profondità di campo è importante per determinare quanta parte dell’immagine debba risultare sfocata.
Per approfondire questi argomenti, leggi i seguenti articoli:
Alla prossima
Nel prossimo articolo di questa serie, parleremo di illuminazione. Iscriviti al blog per non perdere le prossime uscite.
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