L’inverno scorso ci ha regalato una splendida nevicata in riva al mare. Alle 4 del mattino ero già al freddo per essere certo di vedere il paesaggio senza alcuna impronta!
La foto riprende lo scenario della costa del levante ligure tra Portovenere e le Cinque Terre. Il punto di ripresa si trova a Portovenere, subito sotto la chiesetta di San Pietro.
Il luogo è dominato dal castello che si intravede sulle alture e… dal rosso della giacca di Mario, l’appassionato amico che mi accompagna. Contrariamente alla mie abitudini ho scattato lasciando il fotografo nell’inquadratura, mi colpiva molto il colore in questa scena scura. Le nuvole rimangono protagoniste e la poca neve che si intravede contrasta con il colore del mare e della parete rocciosa.
Per gli appassionati di mare, più che ai fotografi, è chiara la difficoltà della situazione: il freddo non mancava ma a complicare tutto tirava un vento intenso che metteva a dura prova il Gitzo di Mario (e il mio Manfrotto!). Infatti, per scattare almeno ad un 1/10 di secondo con diaframma abbastanza chiuso ho dovuto impostare gli iso a 500, altrimenti, nonostante il treppiede ben appesantito, rischiavo il mosso (ricorda sempre di… eccedere con il posizionamento della macchina sul cavalletto: appena hai un dubbio appendi qualcosa di pesante alla colonna centrale per fermare ogni rischio di vibrazione).
Sarà stato il freddo, ma ho fatto su questa foto ciò che raramente amo: ho calcato la mano sul cielo per riportare l’atmosfera che ricordo di aver respirato quel giorno. L’intento è anche quello di esaltare il punto di rosso molto saturo sui toni freddi e “pastellati” del panorama.
Credo che se in questa foto c’è del buono, quasi tutto è dovuto alla voglia di alzarsi tre ore prima che faccia giorno e andare a cercarsi l’immagine. Non amo “dare i numeri” delle foto perché si rischia sempre di ridurre l’immagine ad una serie di nozioni tecniche… ma molti spesso amano curiosare “dietro le quinte”, così ecco un veloce schema del flusso di lavoro svolto su questo file.
Ecco l’immagine come esce dalla fotocamera, visualizzata in Aperture, il programma di editing di Apple
A prima vista l’atmosfera è troppo “luminosa” rispetto alle mie sensazioni di allora. Dopo un veloce esame abbasso i valori più alti delle nuvole entro i limiti di sicurezza (come si vede sotto l’istogramma i valori relativi alla posizione del puntatore sulle nuvole sono al limite del “taglio”: il cervello inganna e la neve a destra in basso può sembrare il punto più luminoso, in realtà le nuvole sono molto più chiare!).
Tolgo velocemente lo sporco del sensore e sposto di poco “brightness” a sinistra; un po’ di nitidezza e saturazione globali per poi abbassare con una certa decisione saturazione e luminosità dei soli canali “ciano” e “blu”; intervengo con highlights/shadows e midtones, tutti i valori sono visibili nella schermata successiva…
A questo punto decido di voler abbassare molto i valori del cielo: apro il file in Photoshop per usare il mio metodo preferito in casi… gravi!
Una volta aperto il file duplico il livello per sicurezza, applico un “nuovo livello curve” con metodo di fusione “moltiplica” senza dare modifiche alla curva.
Questo il risultato prima della cancellazione dell’intervento sul mare:
Si vede l’effetto deciso. A questo punto ovviamente bisogna salvare solo l’intervento sul cielo e riportare mare e rocce ai valori precedenti: basta scegliere un pennello “morbido” e “flusso” al 50% per dosare con gradualità il lavoro e con successivi passaggi sulle zone da ripristinare si cancella l’effetto del “nuovo livello curve” .Terminato il lavoro con il pennello imposto il valore di opacità circa all’80% e questo è il risultato:
Credo che l’immagine finale sia proprio quello che volevo, ma ricorda: gli strumenti più importanti per buone foto di paesaggio rimangono… i piedi!