Tra i tanti soggetti della fotografia in viaggio mi è difficile trovarne uno più interessante delle persone.
Anche tra i fotografi di viaggio c’è un forte consenso sul fatto che la presenza degli essere umani all’interno delle foto di viaggio sia l’ingrediente magico che le rende inequivocabilmente accattivanti.
Sarai d’accordo con me che, ad esempio, gli abitanti dei paesi esotici, con i loro ornamenti, i vestiti colorati, colti nella loro attività caratteristiche, da soli valgono la foto. Ma anche senza allontanarsi dall’Occidente in viaggio si ha spesso l’occasione di visitare grandi città molto popolate in cui la densità di persone per strada moltiplica le opportunità fotografiche a dismisura.
Ma queste opportunità rischiano spessissimo di essere vanificate da un dubbio molto forte: come posso approcciare degli sconosciuti per fotografarli?
Foto in posa contro foto “rubate”
Le foto alle persone, che si facciano in viaggio oppure a casa, si possono suddividere in due grandi famiglie:
- foto in posa, in cui il soggetto è pienamente consapevole di essere fotografato e viene avvertito prima dello scatto,
- foto “rubate” (in inglese candid shot), in cui il soggetto viene fotografato a sua insaputa, per cogliere la totale naturalezza di un momento.
Ci sono certamente belle foto in entrambe le categorie, ma personalmente ritengo che le foto non in posa abbiano una marcia in più, riescano veramente a descrivere un momento, un’emozione, un gesto significativo.
Inoltre, come ti sarai accorto, molte persone non sono in grado di assumere pose naturali, anche quando viene loro espressamente richiesto. In questo modo, non solo si perde la naturalezza di una foto rubata, ma si ottengono anche posture ed espressioni del viso assolutamente non fotogeniche.
Comunque, approcciare un soggetto per una foto in posa non è una questione complessa: sarà sempre necessario avvicinarsi, chiedere il permesso di fare una foto ed eventualmente dare qualche indicazione sulla posizione e la posa da assumere.
Se la persona fotografata è coinvolta in un’attività caratteristica, è una buona idea chiederle di continuare a fare il suo lavoro mentre la fotografi.
Per evitare problemi linguistici, cerca di avere a disposizione un piccolo elenco di frasi utili in queste occasioni, nella lingua del paese che stai visitando.
Le fotografie non in posa, invece, nascondono molte più insidie e suscitano molti più dubbi.
Quali tecniche usare? Ovviamente, anche di fronte alla più gentile richiesta c’è sempre la possibilità di ricevere un rifiuto. Chiaramente meglio non essere troppo insistenti, ma ci sono diversi modi per abbassare le resistenze dei potenziali soggetti.
Quando la persona da fotografare, per esempio, vende qualcosa, ad esempio su una bancarella, mostrarsi interessati ed acquistare qualcosa può essere di grande aiuto ad ottenere il permesso di fare una foto. Quando possibile, è anche una buona idea far precedere la richiesta da una piccola conversazione, per rompere il ghiaccio.
In alcuni paesi (attenzione che questa è forte), soprattutto in America del Sud, gli autoctoni, a forza di essere fotografati, si sono accorti di quanto questo sia importante per i turisti e quindi si fanno spesso pagare. A fronte di un piccolo obolo o magari di un regalino, sono disponibilissimi a mettersi in posa e comparire nelle foto.
I segreti per cogliere il momento decisivo
Il genere fotografico che più si interessa a questo problema è la street photography. Le foto di strada hanno la caratteristica principale di cogliere le persone totalmente alla sprovvista ed escludono, per definizione, le foto in posa.
Vediamo allora quali tecniche della street photography si possono applicare anche alle foto di persone in viaggio.
In primo luogo, meglio non perdere troppo tempo a inquadrare. Se sei abbastanza veloce a scattare, molte persone non faranno nemmeno in tempo ad accorgersi della tua presenza.
Alcuni fotografi di strada si sono addirittura specializzati nello scattare foto tenendo la macchina fotografica all’altezza del fianco (in inglese “shooting from the hip”), ma senza guardare nel mirino.
Per fare foto decenti con questa tecnica è necessaria molta molta pratica, perché devi essere in grado di intuire cosa sta vedendo la tua fotocamera. Inoltre, così sarai limitato ad un singolo punto di vista, con poche varianti, che potrebbe limitare le possibilità artistiche.
Comunque, si possono realizzare scatti molto interessanti anche in questo modo. Un esempio di street photographer che applica intensamente questa tecnica è James Maher.
È meglio evitare macchine fotografiche e obiettivi troppo vistosi. Oltre a essere banalmente più visibili, ci fanno sembrare dei paparazzi.
Quindi l’idea, per alcuni istintiva, di girare per le strade con dei potenti tele obbiettivi per spiare da lontano è da scartare. Al contrario, meglio una lente a focale fissa, come un 50 mm
Non è poi necessario usare solamente una reflex, molto quotate sono le compatte avanzate, come la Canon Powershot G12
Alcuni invece consigliano di usare lunghezze focali molto ridotte, le grandangolari che di solito si applicano i paesaggi, e di avvicinarsi molto ai soggetti, tanto da far sembrare che si stia immortalando qualcosa alle loro spalle. A causa della distorsione prospettica, in questo modo otterrai un ritratto non proprio glamour, ma almeno coglierai un’espressione naturale.
Fondamentale è gestire in modo corretto il contatto oculare con i soggetti. Alcuni consigliano di non stabilire mai questo contatto e, in particolare, dopo aver scattato la foto, di sollevare lo sguardo osservando in direzione diversa da quella del soggetto, in maniera da illuderlo di aver fotografato qualcos’altro.
Ma è legale? È etico? Se ti sembra troppo disonesto, il comportamento opposto consiste nel guardare e sorridere alla persona prima o dopo averla fotografata (meglio dopo, se vogliamo evitare che si metta in posa) per aspettare eventuali cenni di assenso. In caso contrario potrai non scattare o cancellare la foto.
Scattare foto per uso artistico e personale, non commerciale, in luoghi pubblici, è generalmente legale in molti paesi.
Si possono ogni tanto incontrare limitazioni nel fotografare forze dell’ordine e minorenni, oltre che limitazioni dovute a regimi autoritari. Ovviamente, la cosa migliore è verificare su Internet le norme del paese che si intende visitare.
L’ostacolo maggiore viene invece dalla nostra coscienza, perché temiamo che non sia etico fotografare una persona a sua insaputa. In generale, se non abbiamo intenzioni malevole o violiamo la privacy, non rechiamo nessuna offesa.
D’altronde, si parla sempre di foto scattate in luoghi pubblici. Certo, meglio evitare di infierire su persone in condizioni di sofferenza o bisogno.
Se il dubbio sull’eticità di questo genere di fotografie è forte, allora comunque meglio cercare sempre l’approvazione dei potenziali soggetti, magari con un semplice sguardo dopo aver scattato la foto, come dicevo poco sopra.
Gli street photographer e i fotografi di viaggio in generale raccontano che molte persone non sono infastidite dall’essere fotografate e altre non se ne accorgono nemmeno.
Le rare volte in cui si incappa in un soggetto “ostile” le soluzioni sono molto semplici: basta spiegare che si è semplici turisti e non spie o giornalisti o, in casi estremi, far vedere che si sta cancellando la foto incriminata.
Io adoro le foto rubate in strada, ma non sono ancora riuscito, per colpa del mio imbarazzo in primis, a dedicarmi a questo genere fotografico.
Tu che ne pensi? Hai già applicato con successo qualcuna di queste tecniche? Ne conosci qualcun’altra? Condividi le tue esperienze con un commento.
Per approfondire:
- Photographing People When Traveling
- Getting Close and Personal: 11 Tips for Close-up Candid Street Photography
- Un bellissimo blog sulla street photography per imparare ad approcciare le persone Eric Kim street photography