Quanto spesso vi è capitato di trovarvi in situazioni in cui era quasi impossibile evitare di fare foto mosse? A me è capitato più volte. Si è trattato sempre di situazioni in cui la luce disponibile era scarsa e l’uso del flash non era permesso o indicato. Situazioni del genere si possono verificare ad esempio all’interno di musei, ai concerti, a spettacoli teatrali, durante feste in locali chiusi, nel caso di foto all’aperto in ore serali e notturne e così via.
A grandi linee, quello che accade è che la macchina fotografica, per poter catturare una quantità di luce sufficiente ad evitare una foto buia, deve tenere aperto il diaframma per un tempo relativamente lungo, in maniera che più raggiunga il sensore . Nell’intervallo di tempo durante il quale il diaframma rimane aperto possono verificarsi due problemi principali:
- le mani del fotografo si muovono, anche di poco,
- i soggetti inquadrati si spostano.
In entrambi i casi, si ottengono delle foto diverse da quelle che avremmo desiderato, delle foto mosse. Per evitare che questo accada, il fotografo a disposizione alcune tecniche:
- come visto in un post precedente (su come tenere la macchina fotografica), tenere la macchina in maniera corretta e assumere la postura più stabile possibile,
- se è possibile, abbracciare un oggetto stabile, come ad esempio un lampione se ci si trova per strada,
- appoggiarsi con la schiena alla parete, se possibile,
- appoggiare la macchina, ad esempio su un muretto, sul tetto di una macchina, su un tavolo,
- tenere presente la regola empirica secondo cui il denominatore della frazione che indica il tempo di esposizione deve essere maggiore della lunghezza focale (ad esempio, se impostiamo l’obiettivo a 50 mm, il tempo di posa deve essere non più lento di 1/60 di secondo, ovvero i valori al denominatore devono essere maggiori di 60).
Attrezzature ed accessori
Attrezzature con le caratteristiche adeguate e i giusti accessori possono venire in aiuto al fotografo, nel cercare di evitare foto mosse.
Stabilizzazione d’immagine
Tutti i produttori di macchine fotografiche digitali e di obiettivi hanno in catalogo prodotti dotati di qualche tecnica di stabilizzazione dell’immagine. Molte fotocamere digitali compatte integrano tecnologie dai nomi diversi con il comune scopo di ottenere foto non mosse anche in situazioni critiche. Molti obiettivi per le reflex digitali integrano sistemi di stabilizzazione dell’immagine (per esempio gli obiettivi Nikon e Canon etichettati rispettivamente con le sigle VR e IS). Alcuni produttori, infine, mettono inoltre a disposizione DSLR che integrano la stabilizzazione nel corpo macchina (ad esempio Olympus e Pentax). Le differenze tra un obiettivo con o senza stabilizzazione si fanno sentire, soprattutto quando si usano lunghezze focali dai 70 mm in su. Esse non sono però una panacea, in molte occasioni avremo bisogno di qualche accessorio.
Treppiedi
Quando i tempi di esposizione diventano veramente lunghi, diventa fisicamente impossibile evitare foto mosse finché la macchina viene tenuta in mano. Solitamente, il tempo di posa più basso a cui si dice che un fotografo sia in grado di scattare foto non mosse a mano libera, è 1/60 di secondo. Alcuni fotografi riescono a scendere fino ad 1/30 di secondo, ma è più raro.
Come si può immaginare, sono molte le occasioni in cui è necessario usare tempi di posa più lenti di quelli appena citati. Non potendo in questi casi scattare a mano libera è necessario usare un treppiede.
Il treppiede, detto anche cavalletto, è un accessorio che vi sarà sicuramente capitato di vedere in molte occasioni, per esempio usato da un cameraman ad un matrimonio. Come potete vedere nell’immagine, si tratta di un sostegno dotato di tre gambe estensibili e di una testa orientabile su cui può essere fissata la macchina fotografica. esistono moltissimi modelli di treppiede (e anche di teste per treppiede) che si differenziano in base a molte caratteristiche quali l’altezza massima, il peso, la stabilità, il prezzo, etc. La scelta di un treppiede potrà essere però l’argomento di un altro articolo.
Una volta posto su un treppiede la macchina è potenzialmente immobile. In questo modo molte foto che prima venivano mosse possono finalmente portare a risultati utilizzabili. Ma come qualcuno di voi avrà già intuito il treppiede non è sempre la soluzione. Infatti, se il soggetto da fotografare è in movimento (per esempio una persona che corre, dei bambini che giocano, un veicolo), allora il treppiede non ci può aiutare. In questo caso sarà necessario ricorrere al flash, ma questo merita molti approfondimenti che non tratteremo qui.
Monopiede
Come si può intuire dal nome, il monopiede è un supporto per la macchina fotografica con un solo piede. Si tratta praticamente di un bastone estensibile sulla cui cima di può fissare la macchina. Il monopiede fornisce ovviamente una stabilità inferiore al treppiede, avendo un solo punto d’appoggio. Certo però garantisce maggiore stabilità rispetto a reggere la macchina fotografica solo con le mani. In che occasioni può essere utile il monopiede?
Ci sono situazioni in cui un po’ di stabilità aggiuntiva non guasta, ma in cui un treppiede non si può utilizzare o è sconsigliato, come ad esempio:
- luoghi chiusi in cui è esplicitamente vietato l’uso di un treppiede,
- luoghi affollati in cui è molto probabile che qualcuno inciampi nella gambe del treppiede,
- occasioni in cui un treppiede sarebbe troppo pesante da trasportare,
- situazioni in cui è necessario essere veloci a preparare lo scatto.
Come nel caso dei treppiedi, esistono monopiedi di tutte le marche e misure. Io ne possiedo uno economico, che esteso al massimo arriva esattamente all’altezza del mio occhio (sono alto 185 cm). Se sospettate che potreste trarre vantaggio dall’uso di un monopiede, compratene uno abbastanza lungo da arrivarvi fino agli occhi, che costi attorno ai 20-30€. Se lo troverete utile potrete investire un centinaio di euro o più per un modello più professionale, una volta individuate le vostre reali esigenze.
Bean bag
I treppiedi, specialmente quelli di migliore qualità, possono essere piuttosto ingombranti da portare in giro ed essere persino inutilizzabili in alcune situazioni. In alcune situazioni, persino un monopiede potrebbe non essere comodo da trasportare. Inoltre, se per esempio volessimo stabilizzare la macchina scattando una foto da un punto di vista rasoterra, e non volessimo poggiarla a terra, allora avremmo bisogno di un supporto molto basso ed adattabile.
Esiste per queste situazioni un accessorio che si chiama bean bag, letteralmente sacco di fagioli. Si tratta effettivamente di un sacchetto morbido e modellabile, di piccole dimensioni e quindi comodo da trasportare, su cui è possibile appoggiare la fotocamera, ottenendo stabilità ed un’orientazione orizzontale corretta anche su superfici irregolari.
Si tratta di un gadget economico e molto versatile, molto consigliato.
Conclusioni
A seconda delle situazioni in cui ci troveremo, applicando uno o più degli accorgimenti sopraelencati e scegliendo la corretta attrezzatura e i corretti accessori, potremmo decisamente migliorare le nostre foto in situazioni di scarsa illuminazione.
Trovate questo elenco utile? Avete sviluppato o usate una tecnica che non è descritta?
Dite la vostra nella sezione dei commenti qui sotto.