Se sei appassionato di fotografia di strada, ti sarai accorto di quanto sia difficile fotografare tra la folla. Hai poco spazio a disposizione, la scena è ingombra di persone, trovare la giusta inquadratura è molto complicato.
Ora immagina di trovarti a New York, un fiume di gente che corre, continuamente indaffarata. Riusciresti a scattare buone fotografie di strada in queste condizioni? Probabilmente no.
Forse è stato proprio questo il motivo che ha spinto Bruce Gilden a congegnare uno stile unico e inconfondibile. Per capire di cosa sto parlando, guarda questa foto.
Per ottenerla, Gilden piazza l’obiettivo a pochi centimetri dal soggetto. Addirittura gli spara un flash sulla faccia, tanto che la sua espressione dice tutto. È molto diverso dal modo di scattare che hai imparato finora, vero?
Ecco chi è Bruce Gilden, probabilmente il fotografo di strada più coraggioso, temerario e imprevedibile della storia. Lui nasce a Brooklyn nel 1946 e le persone sono, da sempre, la sua attrazione principale.
È così attratto dai comportamenti umani, che si iscrive alla facoltà di sociologia. Una sera, però, guarda il film “Blowup”, di Michelangelo Antonioni. In quel momento viene folgorato dalle arti visive e dalla fotografia in particolare. Si iscrive ad un corso serale e compra una macchina fotografica (una vecchia Miranda).
Per un certo periodo di tempo frequenta sia i corsi di sociologia che quelli di arti visive. Finchè non decide che è la fotografia la sua vera ragione di vita. Quindi abbandona gli studi universitari.
Da quel momento, i suoi compagni di avventura diventano una Leica M6 e un flash, usato tassativamente “off camera” (cioè staccato dalla macchina fotografica).
Il suo approccio rivoluzionario alla fotografia di strada lo porta in giro per il mondo e a vincere numerosi premi e borse di studio. Nel 1998, il coronamento di tutto il suo lavoro: entra a far parte della prestigiosa agenzia Magnum.
Per comprendere meglio lo stile di Bruce Gilden, guarda il video qui sotto. “Gira” da un po’ di tempo in rete e ti può far capire nel migliore dei modi il suo approccio personalissimo alla street photography.
Una volta, in una sua intervista dichiarò: “Se riesci a sentire l’odore della strada mentre guardi una foto, allora è street photography”. In questo articolo ho raccolto 5 pensieri di Bruce Gilden che ti aiuteranno a migliorare come fotografo di strada.
1. Mostrati sereno
“C’è chi fa foto di strada da 5 metri, io le faccio da 50 centimetri. Qual è la differenza? Mi sento perfettamente a mio agio con quel che faccio, se ti vedono sereno le persone non hanno reazioni scomposte.
Non sono un ladro, un disturbatore, e non fotografo tra l’altro sempre e solo facce. Tante volte ho inquadrato per esempio il busto dei soggetti”.
Insegnamento
Nonostante abbia una tecnica di scatto molto aggressiva, Bruce Gilden non ha mai avuto particolari problemi con le persone che ha fotografato. Il motivo lo spiega lui stesso: si mostra sereno.
“Rubare uno scatto”, infatti, non vuol dire che ti devi comportare come un ladro. Innanzitutto devi sviluppare la sensibilità necessaria per capire le situazioni. Il soggetto che hai puntato si mostra nervoso o ha l’aria scontrosa? Allora meglio lasciar perdere.
Se ti approcci in maniera giocosa, magari sorridente, le persone difficilmente si metteranno sulla difensiva. Anzi, potrebbero addirittura mostrarsi divertite o felici di essere ritratte.
2. Sii pronto a cambiare
“Per quasi tutta la vita ha solo usato il bianco e nero, pochi anni fa ha adottato il colore e il digitale. Nella vita si cambia, è noioso fare sempre la stessa cosa. Il colore dà la possibilità di aggiungere e togliere di più”.
Insegnamento
Molto spesso incontro fotografi che hanno sposato una filosofia e non pensano di cambiare per nessun motivo al mondo. Così c’è chi fotografa solo in bianco e nero o solo a colori, oppure chi usa sempre una certa lunghezza focale.
Non c’è niente di sbagliato in questo, ma il rischio è quello di precludersi nuove strade o di rimanere a corto di nuove ispirazioni.
Cambiare modo di fotografare può portare una ventata di novità nei tuoi scatti. Non deve essere per forza una svolta definitiva, puoi anche provare a cambiare solo per un certo periodo di tempo.
Provare tecniche nuove ti darà nuovi stimoli e nuove ispirazioni anche quando deciderai di tornare nella tua “zona di comfort”.
3. Cerca una buona composizione
“Le buone fotografie che ho scattato negli anni funzionano perché sono ben composte. Tante persone sono sorprese del fatto che io riesca ad ottenere una buona composizione, riuscendo ugualmente a catturare un contenuto emotivo molto forte.
Questa è la combinazione per cui mi sto impegnando: un forte pugno nello stomaco, eppure l’immagine è magnificamente composta. In realtà penso che proprio questa sia la forza delle mie foto: emotive, ma eleganti. Io non sono un giornalista. Voglio che le mie foto stiano bene appese ai muri.”
Insegnamento
Per definizione, la composizione fotografica è l’organizzazione degli elementi grafici all’interno di un’immagine. Una buona composizione fotografica, quindi, si ottiene quando tutti gli elementi all’interno dell’immagine sono disposti in maniera piacevole e armoniosa.
Su questo argomento sono stati scritti centinaia di libri e a questo link puoi trovare qualche nostro consiglio.
Sviluppare un “occhio fotografico” non è affatto semplice e ci vogliono impegno e costanza. Soprattutto è necessario tanto allenamento.
Una buona composizione fotografica, però, è assolutamente necessaria per rendere le tue foto più interessanti. Il soggetto principale viene esaltato e la foto appare “pulita”, senza distrazioni.
Applicare la composizione fotografica alla street photography è estremamente complesso. Per cogliere la spontaneità, l’attimo, devi scattare in fretta. Non hai il tempo necessario per scegliere l’inquadratura perfetta.
Se migliori nella composizione, però, le tue foto diventeranno sempre più potenti. Foto ben composte e con un contenuto interessante faranno di te un fotografo di livello superiore.
4. Prenditi una pausa
“Quando mi rendo conto di non essere ispirato, invece di passare a fotocamere più performanti o altre modifiche tecniche, faccio una pausa. Il mondo è cambiato molto poco negli ultimi 20 anni a Manhattan, ma quei piccoli cambiamenti sono riuscito a percepirli solo dopo essermi preso una pausa.
La pausa non deve essere per forza una vacanza, ma anche un raffreddore. Oppure lavorare su qualcos’altro. Non amo prendermi delle pause, ma a volte sono assolutamente necessarie, perché dopo vedi le cose da un’angolazione completamente diversa.”
Suggerimento
Riscontro spesso questo meccanismo tra gli allievi dei miei corsi, ma anche tra i colleghi professionisti: quando si accorgono di non avere ispirazioni, comprano una fotocamera più potente.
Spesso c’è la convinzione che, se non riesci più a catturare grandi scatti, è per colpa di una macchina fotografica ormai superata o di un obiettivo poco performante.
In realtà, molto spesso, l’occhio si “impigrisce”. Pratichi sempre lo stesso genere fotografico, oppure giri sempre negli stessi posti. Alcune volte subentra la noia.
Quando succede questo, può essere molto utile riporre per un po’ la macchina fotografica nel cassetto. Dedica il tempo che dedicavi alla fotografia per fare altro. Leggi un libro, guarda dei film. Oppure disegna o dipingi. Fallo per un periodo di tempo abbastanza lungo, per esempio uno o due mesi.
Impegnarti in una nuova forma d’arte può darti molti vantaggi. Innanzitutto sgombri la mente. Inoltre, puoi trovare nuove ispirazioni o nuovi punti di vista. Quando riprenderai in mano la tua macchina fotografica, ti accorgerai di “vedere” con occhi diversi il mondo che ti circonda.
5. Fotografa anche le cose brutte
“Molte volte le persone non vogliono vedere cosa sta succedendo nel mondo. Ma è necessario che qualcuno registri anche le cose brutte, in modo che la gente non volti le spalle.
Quando qualcuno guarda le mie fotografie, in una mostra o in un libro, spero che qualcosa si insinui dentro di lui e prenda coscienza del mondo che lo circonda. Perché il mondo è tutto ciò che abbiamo, ma non è meraviglioso; potrebbe essere un posto molto migliore”.
Insegnamento
Bruce Gilden tocca un tema molto delicato della fotografia di strada o documentaria: l’etica. Se mi imbatto in una scena particolarmente forte, devo fotografarla? Violenze, soprusi, povertà: se ti sei trovato di fronte a situazioni di questo tipo, molto probabilmente ti sei posto il problema se fosse opportuno immortalarla o meno.
Gilden ha le idee molto chiare sull’argomento: le cose brutte vanno fotografate per mostrarle al mondo. D’altra parte, come disse il giornalista Mario Calabresi, “ci sono fatti, pezzi di storia, che esistono solo perché c’è una fotografia che li racconta”.