Ti sarà capitato di fotografare una scena in cui una zona è completamente illuminata mentre l’altra è in ombra.
Pensa, per esempio, alle foto realizzate all’aperto, in pieno sole. Il cielo è molto luminoso, mentre il terreno è naturalmente più scuro. Se vuoi esporre correttamente il suolo, i dettagli del cielo andranno inevitabilmente persi.
Un’altra situazione critica sono le foto scattate in casa, di giorno, con la presenza di una finestra colpita dal sole.
In casi simili, la difficoltà è evidente: devi esporre sulla parte luminosa o sulla parte in ombra. Esporre correttamente tutta la scena è impossibile.
Non è un errore da parte tua, è normale. Purtroppo il sensore della fotocamera (anche la più evoluta in commercio) ha una gamma dinamica ridotta rispetto ai tuoi occhi.
La tecnologia, però, può venirti in soccorso. Puoi realizzare il bracketing dell’esposizione.
È una tecnica che ti permette di migliorare la gamma dinamica dello scatto.
In questo articolo ti spiegherò:
- a cosa serve il bracketing
- bracketing dell’esposizione e HDR
- come si realizza il bracketing
- dove si applica il bracketing
- il bracketing dopo lo scatto
A cosa serve il bracketing dell’esposizione
Come ti ho accennato sopra, il bracketing dell’esposizione ti permette di ampliare la gamma dinamica dello scatto. Sarò più chiaro con un esempio. Guarda la foto qui sotto.
Questa è una tipica scena fortemente contrastata. Il cielo è molto luminoso, mentre il porticciolo e le case sulla destra sono più in ombra. Quando cerchi la giusta esposizione devi fare una scelta: esporre correttamente sul cielo o sul terreno.
Se scegli la parte più in ombra, le zone più luminose risulteranno sovraesposte (come sopra).
Ecco un nuovo tentativo cercando di esporre correttamente sul cielo:
Ora il dettaglio del cielo è visibile. Ma ecco il risvolto della medaglia: la terraferma, più in ombra, è diventata sottoesposta.
È un problema legato alla gamma dinamica, decisamente più estesa nell’occhio umano rispetto a qualunque sensore in commercio. Per “gamma dinamica” si intende il rapporto tra il punto più luminoso e quello più in ombra in una scena.
Se in una scena esistono zone fortemente illuminate e altre in ombra, il sensore della fotocamera fatica a trovare la giusta via di mezzo per esporre correttamente ogni zona. L’occhio umano, invece, riesce a farlo.
Il bracketing dell’esposizione ti permette di realizzare più scatti della stessa scena a valori di esposizione diversi. È anche detta “esposizione a forcella”. Sul menù della fotocamera, infatti, la funzione bracketing assomiglia proprio ad una forcella.
Ruotando la rotella della fotocamera verso destra o sinistra puoi aumentare o diminuire il range della forcella. Se, per esempio, imposti il cursore sul “2”, la fotocamera effettuerà 3 scatti: uno sottoesposto a -2 stop, uno correttamente esposto e uno sovraesposto di 2 stop.
Realizzando il bracketing dell’esposizione, una volta a casa potrai scegliere con tranquillità l’esposizione preferita.
In realtà, una delle applicazioni più interessanti del bracketing è l’HDR.
Bracketing dell’esposizione e HDR
Con l’HDR puoi “fondere” le diverse foto realizzate col bracketing, conservando di ognuna la porzione di immagine correttamente esposta.
Il risultato sarà un’immagine dall’ampia gamma dinamica. In parole povere, otterrai una scena esposta correttamente sia nelle zone più luminose che in quelle più in ombra.
Prendendo ad esempio le foto che ho scattato sopra (e aggiungendone una terza correttamente esposta nei mezzitoni), il risultato è questo:
Ho ottenuto un’immagine finale dove sia il cielo che mare e terreno sono correttamente esposti. Più avanti ti spiego come realizzare fattivamente un HDR con Photoshop.
Come si realizza il bracketing dell’esposizione
Ma come si ottiene, nella pratica, il bracketing dell’esposizione? Il primo passo da fare è realizzare più scatti esponendo correttamente in zone diverse della scena. Il numero di scatti deve essere dispari (almeno 3, oppure 5, 7, 9…).
Supponendo di volere realizzare 3 scatti in una foto di paesaggio, nel primo scatto esporrai correttamente il cielo, mentre nel secondo dovrai esporre prendendo a riferimento i mezzitoni. Nel terzo scatto l’esposizione corretta sarà presa nella zona più in ombra della scena.
Ci sono due modi per farlo, ovvero:
- Bracketing manuale
- Bracketing automatico
Il metodo manuale consiste semplicemente nello scattare 3 (o più) foto della stessa scena ad esposizioni diverse.
Il bracketing automatico, invece, puoi farlo direttamente con la fotocamera (se il tuo modello lo permette). Devi solo impostare il range di stop della forcella, come ti ho mostrato sopra.
La fotocamera poi, in automatico, realizzerà più scatti ai diversi valori di esposizione impostati.
Se esiste la funzione di HDR automatico, il software della fotocamera si occuperà di fondere gli scatti e di mostrarti il risultato finale.
Il bracketing automatico, al contrario di quello manuale, è pratico e veloce. Lavorando in automatico, però, non hai nessun controllo sulle varie fasi del processo.
Come scattare per ottenere il bracketing
Non puoi applicare il bracketing in tutte le situazioni. Ecco a cosa devi stare attento:
- non cambiare inquadratura durante gli scatti
- scegli solo soggetti statici
- non modificare l’apertura del diaframma
- usa un treppiede
Te li spiego uno a uno.
Non cambiare inquadratura durante gli scatti
Sia che tu usi il bracketing manuale che quello automatico, i tuoi scatti devono essere identici.
Per ogni scatto cambierai l’esposizione, ma la scena deve essere assolutamente la stessa. Altrimenti, durante il processo di fusione, si creeranno degli artefatti. Potresti ottenere immagini sdoppiate o distorte.
Scegli solo soggetti statici
Per lo stesso motivo, nell’inquadratura non devono esserci soggetti in movimento. Ti ritroveresti con il soggetto in posizioni diverse nei vari scatti.
Questo indurrebbe in errore il processo di fusione. La conseguenza più probabile è quella di ottenere, nuovamente, immagini sdoppiate o un “effetto fantasma”.
Non modificare l’apertura del diaframma
Questo è un errore diffuso ma comprensibile. Cercando la giusta esposizione, potresti essere tentato di mettere mano all’apertura del diaframma per far entrare più o meno luce.
Chiudere o aprire il diaframma, però, ha conseguenze anche sull’immagine finale. Agire sul diaframma, infatti, provoca anche una variazione della profondità di campo.
Ciò che in uno scatto è a fuoco, quindi, potrebbe risultare sfocato in un altro e viceversa. Come ti ho già spiegato, tra gli scatti l’immagine non deve mai cambiare.
Per correggere l’esposizione, quindi, agisci esclusivamente su tempi e ISO.
Usa un treppiede
Ti ho ripetuto fino alla nausea che l’immagine all’interno dell’inquadratura non deve mai cambiare. Se scatti a mano libera, ottenere scatti tutti uguali diventa un’impresa.
Un treppiede ti aiuterà a tenere ferma la fotocamera. In alternativa, puoi poggiare la macchina fotografica su una superficie solida.
Dove è meglio usare il bracketing
Come ti ho spiegato, il bracketing dell’esposizione è un’ottima soluzione per scene fortemente contrastate.
Ecco, di conseguenza, le situazioni in cui è più indicato usare il bracketing:
- paesaggi
- architettura
- interni
Negli esempi qui sotto ti mostro il risultato finale dell’HDR.
Bracketing nelle foto di paesaggio
Il paesaggio (diurno) è la situazione più incline a presentare condizioni di forte contrasto. Ti troverai a che fare spesso con un cielo molto luminoso, mentre il suolo sarà sensibilmente più scuro. In questi casi il bracketing dell’esposizione può risolverti molti problemi.
Photo by Mantas Hesthaven on Unsplash
Photo by Robert Lukeman on Unsplash
Photo by Joran Quinten on Unsplash
Bracketing nelle foto di architettura
Le foto di architettura possono essere considerate una sorta di foto di paesaggio.
In questo caso potresti avere l’esigenza di esporre correttamente la struttura architettonica, ma anche il cielo, per rendere la foto più equilibrata.
Photo by JOSHUA COLEMAN on Unsplash
Photo by mostafa meraji on Unsplash
Bracketing nelle foto di interni
Nella fotografia di interni, spesso ti trovi a fotografare stanze che includono una finestra o una veranda.
In questi casi, devi esporre correttamente la stanza. Di conseguenza, finestre o verande appariranno sempre fortemente sovraesposte. Il bracketing dell’esposizione risolve il problema.
Photo by Matthieu Comoy on Unsplash
Photo by Francesca Tosolini on Unsplash
Photo by Douglas Sheppard on Unsplash
Dopo lo scatto
Dopo aver realizzato il bracketing, se vuoi ottenere manualmente un HDR devi usare un software di postproduzione. Qui ti mostrerò come farlo con Photoshop.
È un processo molto semplice, perchè esiste una funzione dedicata appositamente all’HDR. Te lo spiego passo passo.
Una volta aperto Photoshop, devi andare su File e cercare Automatizza. Da qui scegli la funzione Unisci come HDR Pro…
A questo punto ti si aprirà una finestra di dialogo, dalla quale puoi scegliere i tuoi file tramite il tasto Sfoglia…
Quando hai selezionato i 3 scatti (o 5 o 7…) a esposizioni diverse che hai realizzato, ti compariranno nella finestra di dialogo.
Premendo su OK il software inizierà l’acquisizione dei file. Dopo una manciata di secondi, ti troverai davanti questa schermata.
In basso a sinistra ritroverai i tuoi 3 scatti. Qui hai nuovamente la possibilità di scegliere quali scatti utilizzare per l’HDR. Nella finestra grande, hai già una previsualizzazione del risultato finale.
A destra, trovi una serie di comandi utili ad ottimizzare la fusione. Con Tono e dettagli e Avanzato puoi migliorare la resa finale. Premendo su OK inizia il processo di fusione. Alla fine otterrai il file JPEG all’interno di Photoshop.
Naturalmente da qui puoi sistemare ulteriormente il file. Puoi regolare il contrasto, oppure aprire o chiudere le ombre in base alle tue esigenze.
Conclusioni
Il bracketing dell’esposizione, soprattutto se unito alla tecnica dell’HDR, è uno strumento molto potente. Sostanzialmente si tratta dell’unica tecnica in grado di aumentare la gamma dinamica di uno scena a forte contrasto.
Stai attento, però, a non esagerare. Soprattutto con l’HDR, è molto facile superare il limite della misura e ottenere immagini irreali, che corrispondono davvero poco alla realtà.
Probabilmente anche tu, qualche volta, ti sarai imbattuto in scene di questo tipo:
Come puoi vedere il risultato è un po’ eccessivo. L’immagine è molto dettagliata e la sensazione generale è di finto, come si trattasse di grafica.
Come amava ripetermi un mio vecchio prof di fotografia “la miglior postproduzione è quella che non si vede”. Quindi va benissimo realizzare un HDR per recuperare gamma dinamica. Attenzione, però, a non oltrepassare il limite del credibile.