Un fotografo ha più di un modo per rappresentare la realtà. C’è chi sceglie di farlo mettendoci un tocco artistico e dando una visione molto personale del soggetto. C’è chi, invece, preferisce riprodurre la realtà nella maniera più fedele possibile.
Solitamente un fotoreporter appartiene alla seconda categoria, più che altro per una necessità comunicativa. Il suo lavoro destinato a testate giornalistiche o, più in generale, ai mezzi di comunicazione.
Tra questi fotoreporter esiste chi, infine, ha fatto della fedele rappresentazione della realtà una sua missione. E’ il caso di Steve McCurry, unanimemente riconosciuto come uno dei più grandi fotoreporter viventi.
Chi è Steve McCurry
Steve McCurry nasce nel 1950 nei pressi di Philadelphia. Dopo aver lavorato per qualche anno come cronista fotografico di una testata del posto, nel 1978 decide di partire per l’India come freelance, ripercorrendo le orme del suo idolo Henri Cartier-Bresson, che aveva lavorato a lungo in quella regione.
L’India è un posto di cui si innamora immediatamente (“amo l’India, ci sono stato oltre 60 volte. E’ il posto in cui ho imparato a guardare ed aspettare la vita”), ma la svolta nella sua carriera avviene un anno dopo.
Attraversa il confine tra Pakistan ed Afghanistan mescolandosi agli abitanti del posto, riprende il conflitto con i russi e riattraversa il confine cucendosi nei vestiti rotoli di negativi.
L’azzardo ha successo e diventa il primo fotoreporter a portare in occidente testimonianze fotografiche del conflitto.
I suoi scatti in bianco e nero fanno il giro del mondo e vince il Premio Robert Capa, destinato ai fotografi che si sono distinti per eccezionali prove di coraggio in zone di guerra.
Da lì la sua carriera è un susseguirsi di successi, imponendolo all’attenzione generale per il suo stile denso di drammaticità, soprattutto nei ritratti.
Oggi, Steve McCurry, abbandonata definitivamente la fotografia analogica e il bianco e nero di inizi carriera, è diventato uno dei più accaniti sostenitori dell’uso del digitale e del colore. Una convinzione profonda a tal punto da farne quasi una voce fuori dal coro, nel panorama dei grandi fotografi contemporanei.
Per comprendere da cosa nasce questa sua persuasione e per provare a carpire altri suoi segreti, in questo articolo proveremo ad analizzare le sue straordinarie fotografie e le sue parole.
1. Analogico o digitale?
“Non sottolineerò mai abbastanza la portata del cambiamento che il digitale ha rappresentato per la fotografia in condizioni di scarsa illuminazione.
Posso realizzare a mano libera scatti che prima richiedevano l’uso di un treppiede. Con una fotocamera digitale è possibile ottenere una buona fotografia nella quasi totale oscurità. È uno strumento fantastico che non avevamo venticinque anni fa”.
Come dargli torto? Alcune moderne versioni di modelli reflex, permettono oggi di ottenere fotografie eccezionali anche a 25000 iso, consentendo una tale gamma d’uso che con l’analogico era semplicemente impensabile.
E questa è solo una delle numerose innovazioni introdotte dal digitale, che hanno certamente facilitato la vita del fotografo.
Insegnamento
Digitale ed analogico sono quasi due diverse filosofie di vita. Ognuno dei due sistemi ha i suoi pro e i suoi contro e non è mia intenzione schierarmi a favore dell’uno o nell’altro.
Ma se non hai mai provato a scattare su pellicola, prendi in prestito una fotocamera analogica e prova ad usarla per un po’. Se non hai mai scattato in digitale, fai il contrario.
Magari successivamente tornerai a scattare con la tua macchina preferita, ma provare nuove cose ti aiuterà ad ampliare le conoscenze ed a stimolare la creatività. I tuoi lavori ne trarranno un indubbio beneficio.
2. Bianco e nero o colore?
Steve McCurry, il maestro indiscusso del colore: “il bianco e nero va sicuramente bene, e in generale tutto dipende dalle situazioni, però c’è da dire una cosa: la vita è a colori e per questo la scelta del colore mi sembra più logica, molto naturale.
Attraverso il colore restituisco la vita come appare, le cose hanno un’anima colorata”. Quindi McCurry vede il colore come l’unica maniera plausibile per rappresentare fedelmente la realtà.
Insegnamento
La scelta di scattare in bianco e nero o a colori è del tutto soggettiva e personalmente non sono completamente d’accordo con il pensiero di Steve McCurry. E’ senz’altro vero, però, che può risultare più complicato ottenere un’ottima fotografia a colori.
Il bianco e nero può essere certamente artistico e accattivante, ma si giova appunto dell’assenza di colore che, se non sapientemente dosato, può essere fonte di distrazione.
Quando scegli il tuo soggetto, vuoi sempre che esso abbia un ruolo prioritario nella tua composizione. In una foto in bianco e nero vengono naturalmente esaltate le forme e i contorni, le linee e i contrasti, le trame e le ombre.
Inoltre è molto più semplice “nascondere” alcune imperfezioni della scena che invece vengono amplificate in una versione a colori.
Non a caso, infatti, soprattutto tra i fotoamatori è molto diffusa l’abitudine di convertire in bianco e nero una foto a colori poco interessante, per “salvarla” e renderla più accattivante.
Nella foto in alto, scattata da Steve McCurry in India a Rajasthan, durante l’Holi Festival (festival dei colori), il giovane indiano completamente imbrattato di verde viene portato in corteo dai suoi amici, interamente colorati di rosso. Una simile foto, realizzata in bianco e nero, non avrebbe avuto la stessa carica emotiva.
Quando scegli di scattare a colori, accertati che la tua composizione non risulti sbilanciata cromaticamente, per esempio con la presenza di zone di colore molto accese che non coincidono con il soggetto della tua foto.
Oppure, al contrario, utilizza sapientemente il colore per focalizzare l’attenzione sul tuo soggetto, come nella foto di McCurry.
3. Trova la luce migliore
“Non voglio complicarmi la vita, non amo portare dietro troppe cose e preferisco giocare con la luce e l’ambiente in cui mi trovo a fotografare, utilizzando soprattutto la luce naturale che regala alle cose una dimensione unica”.
In fotografia, la luce è l’elemento essenziale. A seconda della sua incidenza e della sua durezza, può completamente cambiare la resa del tuo soggetto.
“Ho sempre gravitato verso situazioni in cui l’illuminazione ha una certa atmosfera, in cui la luce scarseggia. Di rado fotografo in piena luce o durante il giorno.
Mi piacciono le ombre, le situazioni che creano sottili contrasti di colori, dove l’illuminazione proviene dai negozi, dalle case, dai lampioni”.
Insegnamento
Steve McCurry predilige fotografare la mattina presto oppure immediatamente prima del tramonto. Sono le due fasi della giornata in cui il sole è più basso e la luce è meno potente. Questo ti permette di avere ombre più allungate e una luce sul soggetto molto più morbida.
Ciò però non significa che questi siano gli unici due momenti della giornata in cui tu devi uscire a scattare. Anche nelle ore più calde, quando il sole è a picco sulla testa, è possibile ottenere straordinari scatti, proprio grazie alle ombre dure che si proiettano.
Saggiare l’intero ventaglio di possibilità che la luce ti offre, è un ottimo modo per trovare il tipo di fotografia che più ti si addice.
Inoltre, ricorda che la luce del sole non è l’unica fonte luminosa che puoi utilizzare: quando sei per strada, soprattutto di sera, prova a sfruttare le fonti di luce artificiale che sono intorno a te.
E convinciti del fatto che una grande foto non è per forza quella illuminata a giorno, ma può risultare straordinario anche un soggetto ritratto in condizioni di scarsa luce ed a valori di iso non altissimi.
4. Se necessario, usa gli automatismi
“Sono alla ricerca del momento di passaggio, quello in cui l’immagine rivela una tensione. Quando i soggetti umani sono in qualche modo rilassati. Se si stanno muovendo, voglio che la fotografia esprima un senso di movimento, che non sia statica.
Voglio catturare il modo in cui le persone si muovono, o il modo in cui assumono questa o quella posizione, le infinite varianti del processo. Voglio qualcosa che sia il più possibile naturale e reale e autentico. A volte scatto anche più di 50 fotografie della stessa scena”.
Steve McCurry ama il digitale e tutte le infinite possibilità che esso offre, come lo scatto continuo. Inoltre, non disdegna di scattare utilizzando gli automatismi della macchina per potersi meglio concentrare sulla composizione.
Nella foto sopra scattata a Jodhpur (la città blu), in India, il ragazzo si trova nell’unica posizione possibile che può realmente trasmettere l’idea del movimento. Qualunque altra posizione non avrebbe reso allo stesso modo.
Insegnamento
Molte volte si crede erroneamente che un uso professionale della macchina fotografica implichi obbligatoriamente il suo utilizzo in modalità esclusivamente manuale.
Ed una volta raggiunta faticosamente la dimestichezza con tale modalità, si pensa che qualunque altra soluzione sia “un passo indietro” ed indice di uso superficiale della macchina.
Esistono situazioni in cui è essenziale cogliere l’attimo giusto, garantendosi contemporaneamente la migliore composizione possibile (come, per esempio, nella fotografia di matrimonio).
Oppure altre situazioni, come nel reportage, in cui gli eventi possono accadere all’improvviso senza che tu abbia il tempo di settare diaframma, tempi e valori di iso adeguati.
Il bravo fotografo non è colui che riesce sempre ad utilizzare la modalità manuale in qualunque situazione ma quello che riesce meglio a valutare quale modalità scegliere in funzione del soggetto da fotografare.
5. Ritrova la tua capacità di perderti
“Ho raramente un programma preciso e mi sembra che le giornate più divertenti e produttive siano state quelle in cui mi alzavo e me ne andavo semplicemente in giro in cerca di soggetti e situazioni da fotografare.
È sorprendente come le cose accadano da sé e le immagini si rivelino da sole”. Steve McCurry non ha mai nascosto che la sua maniera preferita per realizzare servizi fotografici, fosse quello di andare in giro senza meta.
“Penso che perdersi – per strada, in città o in un villaggio – sia il modo migliore per conoscere davvero persone e situazioni”. Il suo modo di fotografare, inoltre, è spesso caratterizzato dalla quasi totale mancanza di programmazione.
“Non studio molto prima di iniziare un progetto. Vado e scopro, penso che sia più divertente restare freschi rispetto ai luoghi in cui andrò. Avere un’idea di base e muoversi con la testa libera”.
Insegnamento
Siamo spesso convinti che un buon progetto fotografico sia tanto migliore quanto più è definito nei suoi dettagli. Prima di partire mettiamo a punto tutto, ci informiamo preventivamente su quali siano i posti migliori da fotografare, pianifichiamo i percorsi e ci facciamo guidare dai nostri moderni gps.
Il risultato, solitamente, sarà che tornerai a casa con le solite foto che hanno fotografato tutti.
Prova a visitare un posto lasciandoti guidare dal tuo istinto, quello che ti fa decidere di girare a destra piuttosto che a sinistra.
Questo ti permetterà di scoprire cose nuove o magari di vedere le stesse cose che vedono gli altri, ma da un’angolazione differente. Avere la testa sgombra è il miglior modo per risultare originali.
6. Usa l’ironia
Steve McCurry è famoso soprattutto per i suoi ritratti carichi di emotività e per sua capacità di “entrare” nel soggetto e trasmettere l’esperienza di quella persona, i suoi pensieri, le sue paure e le sue speranze.
La famosa foto della ragazza afgana (recentemente definita come la fotografia più riconoscibile di sempre) sintetizza alla perfezione questa sua capacità.
Per riuscire ad entrare in sintonia con la persona che ha davanti, McCurry ha sperimentato che l’ironia è un’ottima chiave.
“Ho imparato che l’ironia è universale. Tu ti esprimi con i gesti, mimi qualche azione e la gente ride. È molto semplice usare l’umorismo per creare un legame con le persone, in qualunque cultura.
Si crea una particolare alchimia, che può svilupparsi anche molto rapidamente. Non per forza servono ore, è più che altro una questione di fiducia che deve essere instaurata e della convinzione che si farà qualcosa di buono”.
Insegnamento
Soprattutto se sei appassionato di street photography e ami fotografare la gente, ti sarai accorto di quanto sia difficile ottenere disponibilità dalle persone, soprattutto se ti poni nella maniera sbagliata.
Ovviamente è del tutto sconsigliato fotografare senza il loro consenso ma molte volte, anche se chiediamo loro di poter scattare una foto, le risposte sono negative.
Cerca di porti nella maniera più amichevole possibile, sfodera il tuo sorriso migliore e cerca di entrare in sintonia con la persona, senza mai essere invadente.
Questo rassicurerà il tuo soggetto e trasmetterà anche un’immagine di te più professionale. I risultati saranno assicurati e ti sorprenderai della disponibilità che riuscirai ad ottenere.
7. Sii pronto a sudare
La vita avventurosa di McCurry rende evidente quanto lui fosse pronto a tutto, pur di diventare ciò che desiderava essere.
“Devi combattere e lavorare sempre. Puoi prendere una macchina fotografica e diventare un grande fotografo in una settimana o in mese, basta che tu lo voglia. Il problema è che i giovani oggi non vogliono lavorare.
Vogliono la formula segreta della fotografia, e la vogliono in fretta e senza perdere tempo. La cosa triste della vita, che i giovani non comprendono, è che nella vita bisogna combattere”.
Insegnamento
Il fotografo ambizioso spesso pensa che bastino una costosissima reflex e degli obiettivi luminosi, per fare di lui un grande fotografo.
Salvo poi incorrere in frustrazioni improvvise, davanti alla scarsa qualità dei suoi risultati. Come in tutte le professioni, il modo migliore per ottenere grandi risultati è procedere con umiltà e caparbietà, iniziando dalle basi e cercando i consigli di chi ne sa più di noi.
Non smettere mai di studiare e di tenerti aggiornato. Investi su te stesso e soprattutto non abbatterti davanti alle inevitabili difficoltà.
La storia di tutti i grandi fotografi è costellata da iniziali insuccessi che però sono il prezzo da pagare per poter crescere. Se una formula segreta esiste, è certamente quella data dal connubio tra abnegazione e passione.
8. Fotografa quello che ti piace
“Penso che la prima cosa che tu debba fare sia soddisfare te stesso, girare posti e fare le cose che più ti interessano. Intendo: non puoi passare tutta la tua vita provando ad immaginare cosa potrebbe piacere a qualcun altro, devi pensare a cosa ti interessa davvero e per me sono le cose che fotografo.
Personalmente mi interessa per lo più il comportamento umano, le abitudini, le culture e le tradizione dei Paesi che vivo, la guerra. Il punto focale è esplorare il mondo intensamente, devi solo chiederti: cosa mi affascina?”
Insegnamento
Quando esplode la passione per la fotografia, qualunque fotografo tende a scattare ciò che più gli piace. Paesaggi, ritratti, street photography, macro… Ognuno ha il suo genere preferito.
Finchè non ti fai prendere dalla smania dei social. O meglio, dei like. Inizi a pubblicare le tue foto su Facebook o Instagram e ti accorgi che un certo tipo di fotografia riscuote più successo.
Quindi cosa fai? Cominci a fotografare ciò che piace al tuo pubblico, per conquistare sempre più like. Alzi la mano chi non l’ha mai fatto.
Questo approccio è un grave errore perché tende a castrare la tua creatività. Innanzitutto parti dal presupposto che sperimentare è la strada migliore per maturare fotograficamente.
A parte questo, alla lunga, fotografare quello che piace agli altri avrà grosse conseguenze sul tuo entusiasmo, che potrebbe scemare.
Quindi, come dice Steve McCurry, fotografa solo ciò che più ti piace! Soprattutto se sei un fotoamatore (quindi non hai l’obbligo di lavorare su commissione) pensa innanzitutto a divertirti, senza farti prendere dalla smania dei like.
9. Copia dai più bravi
“Quello che conta alla fine è trovare una strada che dia senso alla tua vita. Allora per cominciare non c’è niente di male a prendere in prestito uno stile da altri fotografi, salvo poi abbandonarlo. A me è servito a davvero tanta pratica per arrivare a semplificare”.
Insegnamento
Quando inizi a fotografare, spesso sei affascinato dagli scatti dei grandi fotografi. Pensi che facciano delle foto bellissime e che non riuscirai mai produrre foto altrettanto belle.
In realtà, provare ad imitare i grandi fotografi, può essere un formidabile esercizio per migliorare. Non c’è niente di male ad imitare lo stile di un fotografo che ti piace.
Io, per esempio, adoro Brassai. Tempo fa decisi di ispirarmi al suo progetto “Paris la nuit” realizzando scatti notturni della mia terra, il Salento. Puoi vedere alcuni scatti a questo link.
La soluzione è approfondire un progetto specifico del tuo fotografo preferito. Il modo migliore è comprare un suo libro monografico, se disponibile.
Questo ti permetterà innanzitutto di studiare le foto nel modo migliore. Inoltre, potrai portarti dietro il libro durante la tua sessione fotografica. Ti assicuro che è molto più pratico da consultare, rispetto a smartphone e tablet (e poi la fotografia stampata ha un fascino inarrivabile).
10. Fotografa la realtà
“Dopo aver visto i film di Fellini, volevo diventare un regista. Ma il fotografo è più libero. Può fare tutto da solo. Anche non fotografare e andare a prendere un caffè.
Il vantaggio della fotografia è che puoi imbatterti in un volto incredibile che ti passa vicino per strada, non l’hai scelto come un regista sceglie un attore, è lì, ti viene incontro, ti dici ora o mai più, magari gli chiedi dammi un minuto, ti faccio un ritratto, e allora sì, ecco, scegli lo sfondo, cerchi che la luce cada sul volto in un certo modo…
Potrei andare oltre, dire fai un’espressione più arrabbiata, o triste, sorridi, ma questo non lo faccio. Penso che la migliore espressione sia quella che ha già. Non c’è bisogno di aggiungere maschere al mondo, c’è già tutto quello che deve esserci”.
Insegnamento
Molte volte, soprattutto nella fotografia di reportage o di strada, c’è la tentazione di “forzare” la realtà per rendere la scena più interessante.
Al di là degli aspetti etici, questo tipo di scelta condiziona sempre il tuo risultato finale. La gente comune non è abituata a stare davanti ad un obiettivo. Se il tuo soggetto non è spontaneo, ciò si ripercuoterà inevitabilmente sulla riuscita della foto.
Anche nel mio campo, la fotografia di matrimonio, questo aspetto risulta determinante. Le foto più belle e interessanti sono sempre quelle in cui le persone sono loro stesse, senza forzature o condizionamenti.
Quindi non farti prendere anche tu dalla tentazione di “costruire” una foto. Tra l’altro, ti assicuro, un occhio esperto si accorgerebbe immediatamente dell’artificiosità della scena.
11. La postproduzione non è un male!
In un’intervista, a Steve McCurry viene chiesto se qualche volta non ha esagerato con la postproduzione. La risposta è molto decisa.
“Di cosa stiamo parlando? Del mio lavoro di reportage? Del mio lavoro per la pubblicità? Del mio lavoro su commissione? Del mio lavoro personale? Ognuno di questi scopi ha le sue regole.
Ai tempi della fotografia analogica in bianco e nero, i fotografi riempivano i provini di istruzioni su come doveva essere stampato quel dettaglio, aggiustato quell’altro, scurito questo sfondo…
La gente pensa che tutto sia cominciato con il digitale, non immaginano quanto fosse ‘interpretata‘ una fotografia in bianco e nero.
Eugene Smith era un mago in camera oscura, ma anche quelli che non stampavano da soli mandavano le foto a grandi laboratori come Picto, a Parigi, dove le fotografie venivano completamente rilavorate. Se lo fai ora sul computer, dove è la differenza? La gente a volte non capisce”.
Insegnamento
Soprattutto tra i fotoamatori, c’è l’errata convinzione che la postproduzione alteri l’autenticità della foto, aggiungendo dettagli altrimenti assenti.
Innanzitutto c’è da fare un distinguo tra postproduzione e fotoritocco. Per postproduzione si intende ogni miglioramento del file immagine atto a rendere più fedele alla realtà l’immagine catturata.
Cosa significa, in termini pratici? Tieni presente che una macchina fotografica, anche la più potente in commercio, è infinitamente meno potente dell’occhio umano (e del suo software di elaborazione, ovvero il cervello).
Questo vuol dire che il file dell’immagine sfornato dalla fotocamera, avrà sicuramente meno dettaglio e meno gamma dinamica di ciò che percepisce il nostro occhio.
Di conseguenza, correggere nitidezza, esposizione, colori (ma anche distorsione dell’obiettivo e inclinazione della foto), sono tutte operazioni che mirano a rendere la tua foto più vicina alla realtà. Questa è la postproduzione.
Al contrario, per fotoritocco si intende tutto ciò che viene tolto o aggiunto a ciò che è la realtà (ad esempio, eliminare le imperfezioni di un viso o un elemento di disturbo dalla scena).
Quindi, se la postproduzione è necessaria, il fotoritocco può essere considerato una scelta del fotografo. In conclusione, nei tuoi scatti non dovresti mai evitare di “migliorare” i tuoi scatti con la giusta postproduzione.
12. Riponi la fotocamera nella borsa
“Se sai aspettare, le persone si dimenticano della tua macchina fotografica e la loro anima esce allo scoperto. C’è una chimica che istituisce un legame con le persone, grazie al quale si può gettare una sguardo nella loro anima e nella loro personalità”.
Insegnamento
La grande esperienza maturata, ha permesso a Steve McCurry di capire qual è l’approccio migliore per fotografare le persone.
Per ottenere i risultati migliori, infatti, è indispensabile creare un legame col soggetto, entrare nel loro intimo e sviluppare la cosiddetta “empatia”. Il primo passo per arrivare allo scopo è conquistare la loro fiducia.
Soprattutto nella fotografia di reportage e documentaria, un ottimo modo per spingere le persone ad aprirsi nei tuoi confronti, è fargli capire che fare fotografie non è il tuo unico fine.
Immergiti nella loro vita, parla con loro, ascolta i loro problemi… diventa uno di loro. Se stai lavorando ad un progetto fotografico, ai primi appuntamenti presentati senza fotocamera.
Questo approccio spingerà i tuoi soggetti ad essere se stessi. La conseguenza più immediata sarà quella di ottenere scatti più spontanei e storie più vere da raccontare.
Approfondimenti
Steve McCurry è in assoluto il fotografo contemporaneo più conosciuto al mondo. Col suo stile inconfondibile può insegnarti davvero moltissimo.
Su FotoComeFare abbiamo più volte parlato dei libri di Steve MacCurry, recensendoli. Con l’aiuto delle nostre recensioni, puoi scegliere il libro che più si adatta alle tue esigenze.
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