“Quando dico che voglio fotografare qualcuno, significa, in realtà, che vorrei conoscere qualcuno, consultarne la personalità. Per realizzare il miglior scatto possibile devo calarmi nel contesto, nella situazione. La fotografia perfetta immortala ciò che ti circonda, un mondo di cui divieni parte”.
Pronunciata da Annie Leibovitz, fotografa e ritrattista statunitense oggi 66enne, questa frase riassume alla perfezione quella che è la sua filosofia artistica, incentrata sul feeling con il suo soggetto, prima di tutto.
Annie Leibovitz: un’icona tra i fotografi ritrattisti
Lo stile di Annie Leibovitz è infatti perfettamente plasmato in funzione del rapporto tra fotografo e modello. Lei stessa cerca sempre di scoprire l’anima del su soggetto prima di immortalarlo attraverso a fotografia, ed è esattamente questo il motivo per cui i suoi ritratti fotografici famosi sono da sempre ponderati e studiati nei minimi dettagli. La sua attitudine? Stupire e sorprendere lo spettatore attraverso l’uso di un linguaggio e di una comunicazione data dall’espressività, sempre immediato e straordinariamente incisivo.
Che Annie Leibovitz sia una fotografa diversa da tutti gli altri lo dicono proprio i suoi ritratti, pieni di una carica emotiva difficilmente riscontrabile nella storia della fotografia e che spesso sono diventati delle vere e proprie icone ed è anche e soprattutto questo il motivo che spinge i personaggi più famosi e importanti del pianeta nel fare a gara per farsi fotografare da lei.
Un ritratto di Annie Leibovitz fotografa è garanzia di immortalità, perché il suo obiettivo riesce a estrapolare magistralmente l’anima di chiunque gli si ponga davanti. Solo talento? Non esattamente, poiché il suo modo di lavorare e di essere una fotografa professionista presuppone studio costante e una notevole preparazione.
Storie di fotografi famosi: Annie Leibovitz
Annie Leibovitz nasce in Connecticut (USA) nel 1949. Di origine ebree, è figlia di un ufficiale di Marina e di una ballerina. Grazie al lavoro del padre, comincia a girare il mondo fin da giovanissima, vivendo come “tappe di vita” le basi militari. Acquista la prima macchina fotografica in Giappone nel 1968: una Minolta SR-T 101, grazie alla quale scatterà le prime fotografie, sul monte Fuji… nulla al pari di una moderna reflex!
A partire dal 1970 e fino al 1983 intraprende una collaborazione con la rivista Rolling Stone quasi per caso, quando sulle scrivanie della redazione giunge una sua intensa foto scattata a San Francisco, durante una manifestazione contro la guerra in Vietnam, quella che sarebbe diventata da subito copertina del giornale.
La rivista fu per lei un autentico il trampolino di lancio che la condusse a divenire la fotografa ufficiale al seguito dei Rolling Stones per tutta la durata della loro tournée nel 1975 anche se tra i suoi scatti maggiormente significativi, è entrato nella storia quello dedicato a John Lennon e Yoko Ono, pubblicato nel 1981. Immortalati lo stesso giorno in cui John Lennon venne ucciso, venne assegnata dalla rivista alla fotografa, con l’intento di ritrarre il solo ex-leader dei Beatles. Fu quest’ultimo a insistere per avere accanto a sé la propria moglie Yoko Ono e Annie, al fine di catturare quel particolare momento di tenerezza, scelse di avvalersi semplicemente di una macchina fotografica istantanea. Entrambi i protagonisti restano tanto affascinati dalla potenza di quello scatto, tanto da esclamare con una punta di orgoglio – “Hai catturato esattamente il nostro rapporto”.
Nel 1983 Annie Leibovitz lascia il Rolling Stone e inizia a collaborare con Vogue e Vanity Fair, contribuendo a realizzare i ritratti più significativi della fotografia contemporanea. Nel 1988 conosce Susan Sontag, scrittrice e critica d’arte statunitense, che diventerà sua compagna di vita, in un rapporto intenso, tumultuoso, ma discreto. “Ma quella alla fine è stata la più lunga relazione della sua vita. E penso che rispetto alle altre sia stata la più felice, anche se non la più facile”. Il loro rapporto durerà oltre 15 anni, fino al 2004, anno della morte di Susan. Grazie all’inseminazione artificiale, Annie avrà anche tre figlie.
Nel 1990 viene premiata col riconoscimento Infinity Awards per la Applied Photography mentre nel 1991 tiene un’importante esposizione presso il National Portrait Gallery, posizione piuttosto ambita da tutti i fotografi famosi. Nel 1998 realizza il suo primo Calendario Pirelli, nel 2008 il Calendario Lavazza 2009 replicando in ultimo il medesimo successo, per poi porre la propria firma anche sul Calendario Pirelli 2016, che vede ritratte magistralmente 12 donne tra cui Yoko Ono e Patti Smith.
Annie Leibovitz fotografie: ecco in cosa l’artista è riuscita a fare la differenza
Annie Leibovitz appare dunque come personaggio complesso, dinamico e sfaccettato, che difficilmente scende a compromessi nella vita, così come nel suo lavoro. Senza dubbio tra i ritrattisti famosi, rappresenta una vera e propria eccezione, complice un’innata empatia che le ha da sempre permesso di rendere il proprio soggetto, un tutt’uno con l’obiettivo. La sua sensibilità artistica le ha pertanto concesso di raccontare una storia attraverso ogni fotografia.
Annie Leibovitz foto famose: quali sono stati i suoi scatti migliori
Gli scatti più famosi di Annie Leibovitz rientrano nell’eccellenza della fotografia, complice l’innata sensibilità artistica della stessa artista, unita all’amore per la bellezza e al desiderio di incisività col fine ultimo di colpire lo spettatore, emozionandolo e rendendolo parte integrante della scena ritratta.
Tra i molteplici ritratti firmati dalla stessa Annie, molti sono diventati icone nell’immaginario collettivo: ne sono testimonianza immagini che ritraggono l’attrice americana Whoopi Goldberg immersa in una vasca da o ancora Dan Aykroyd e John Belushi, realizzate in occasione dell’uscita del celebre film “The Blues Brothers” dove il volto di entrambi appare dipinto di blu ben impresso sulla copertina di Rolling Stones.
Ad ottenere maggiore riscontro da parte del pubblico fu tuttavia di fatto la serie di ritratti legati a molte celebrità, pronte a vestire i panni dei personaggi creati dalla casa di produzione Disney: da Mikhail Baryshnikov, Gisele Bundchen e Tina Fey rispettivamente nei panni di Peter Pan, Wendy e Trilli, Scarlett Johansson a rappresentare Cenerentola e ancora Jessica Biel nelle vesti di Pocahontas, solo per citare alcuni esempi.
Tuttavia non sono stati solo i ritratti fotografici a rendere celebre Annie Leibovitz: parte integrante della sua brillante carriera sono senza dubbio le copertine che realizzò per svariate riviste così come i reportage, complice il desiderio innato di raccontare una storia, vivendola in prima persona, esattamente come avvenne quando rappresentò la fotografa ufficiale dei Rolling Stones. Lei stessa afferma: – “Le foto che scattai ai Rolling Stones erano particolarmente forti, probabilmente perché ho passato tanto, veramente tanto tempo viaggiando con la band”.
Lo stile ripreso dalle foto di reportage, verrà riprodotto costantemente durante tutta la sua carriera, rappresentandone il caratteristico fil rouge. Ed è proprio grazie alla sua fotografia e alle sue parole che possiamo trarre preziosi insegnamenti.
1. Studia, approfondisci e pianifica tutto in maniera dettagliata
“Io prima faccio sempre i compiti. Ad esempio, per prepararmi a fotografare Carla Bruni all’Eliseo, ho prima osservato molte foto del palazzo. Mi sono procurata le immagini delle altre persone che ci avevano vissuto. Ho guardato diverse fotografie di coppie innamorate, oltre a tutte quelle di Carla Bruni realizzate dagli altri fotografi. Infine, sapendo che era anche una cantante, ho ascoltato le sue canzoni”.
Molte volte riteniamo che il talento puro sia la sola variabile utile nel realizzare grandi scatti: tuttavia quanto sopra espresso da Annie Leibovitz dovrebbe essere sufficiente nel condurti a riflettere. Lei è senza dubbio una delle fotografe più apprezzate e affermate al mondo, ma questo non basta a farle abbassare la guardia sulla cura, quasi ossessiva e maniacale rivolta ai dettagli.
Che tu sia un professionista o un semplice fotoamatore, la vera differenza sarà pertanto data dalla preparazione e dallo studio anticipato di tutte le situazioni ed eventuali variabili che potrai essere portato ad affrontare.
Se sei un fotografo matrimonialista per esempio, trarrai grande vantaggio nel tuo lavoro se precedentemente avrai studiato opportunamente le location del servizio fotografico, in modo tale da non farti cogliere impreparato di fronte a situazioni impreviste o imprevedibili.
Allo stesso modo se sei fotoamatore e hai in programma una sessione di street photography, pianificare con anticipo il percorso o scoprire quelle che possono essere le migliori attrazioni della città, ti potrà garantire un risultato migliore quando tornerai sul posto, armato di fotocamera. Ogni dettaglio in più che riuscirai a pianificare, rappresenterà pertanto un valido aiuto nel garantire scatti assolutamente memorabili.
2. Cerca sempre la tua fonte di ispirazione
Per un qualunque fotografo, la ricerca costante di nuove idee può risultare un’impresa piuttosto difficoltosa.
Ecco come ovvia al problema la fotografa americana: “Porto sempre con me una grande banca della memoria fatta delle immagini scattate dai fotografi che mi hanno preceduta, una specie di disco rigido che ha sede nella mia testa. Sono un’appassionata di fotografia. O una studiosa, se preferite. Colleziono libri fotografici. Capita che qualche elemento appartenente alla storia della fotografia contribuisca allo stile che scelgo per i miei scatti. E lo stile di un’immagine fa senz’altro parte dell’idea”.
Il talento è importante così come lo studio accurato dei dettagli: tuttavia può capitare di essere a corto di idee… in questo caso però, niente allarmismi, poiché la creatività può essere alimentata e stimolata facilmente.
A prescindere dal tuo genere fotografico preferito, “assorbire e fare propri” esempi di scatti appartenenti ai più grandi fotografi contribuirà, anche inconsciamente, ad alimentare la tua riserva creativa.
Acquistare libri monografici deve dunque rappresentare la prima scelta ma in alternativa, se prediligi la tecnologia puoi creare un vero e proprio database digitale contenente cartelle in cui custodire gli scatti dei tuoi fotografi preferiti. Puoi caricarle ad esempio sul tuo smartphone e consultarle nei momenti di vuoto creativo, magari mentre sei fuori casa a fotografare. L’ispirazione in questo modo non tarderà sicuramente ad arrivare e i risultati appariranno tangibili.
3. Entra in relazione con i tuoi soggetti sfruttando la tua empatia
La fotografia di Annie Leibovitz si distingue poiché lei stessa riesce a mettere completamente a nudo la personalità e l’anima del personaggio ritratto. Come ci riesce? Come si acquisisce tale naturale propensione?
“La cosa migliore che un giovane fotografo possa fare è restare vicino a casa. Cominciate con i vostri amici e la vostra famiglia, con le persone disposte a lasciarsi fotografare da voi. Scoprite che cosa significa immergersi in questo lavoro ed entrare in intimità con il soggetto. Misurate la differenza fra questa esperienza e quella di fotografare qualcuno che non conoscete altrettanto bene”.
Chiunque si sia cimentato almeno una volta nella fotografia di ritratto, avrà notato come riesca più facilmente a estrapolare scatti d’impatto, ritraendo principalmente amici o parenti piuttosto che fotografare estranei o semplici conoscenti.
Annie Leibovitz, con i suoi lavori, ci fa capire che per ottenere ritratti realmente espressivi, è indispensabile quanto necessario creare un clima di intimità col soggetto.
Attenzione però, entrare in intimità non significare fare domande personali o risultare invadenti, poiché questo sortirebbe l’effetto contrario.
Sarà dunque fondamentale instaurare un clima cordiale e sereno, regalando sorrisi e facendo quattro chiacchiere in assoluta leggerezza. Una persona a proprio agio risulterà molto più rilassata e il suo ritratto ne trarrà indiscussi benefici.
4. Sviluppa un linguaggio proprio che ti contraddistingua
“Ci sono casi in cui ottenere ciò che si vuole è davvero impossibile. A volte ho l’impressione di raggiungere a malapena il dieci per cento di ciò che desidero. Un elemento che può rivelarsi particolarmente frustrante, ad esempio, è la luce naturale. Può capitare che la luce appaia meravigliosa sul volto di un soggetto, ma che non riesca a tradursi in immagine. L’effetto sarà completamente diverso. La fotografia è limitata, è solo una riproduzione di ciò che accade”.
Come confessa Annie Leibovitz, l’insoddisfazione riguardo i propri scatti è propria anche ai grandi fotografi.
Quante volte ti è capitato di uscire con l’intento di fotografare e di tornare a mani vuote, senza alcuno scatto che realmente ti soddisfasse? Quante invece che non riuscissi a trasmettere perfettamente e ad imprimere nello scatto quanto gli occhi ti suggerivano?
È importante che tu tenga in considerazione che la fotografia presenta molteplici limiti intrinsechi, questo poiché tale pratica riproduce due sole dimensioni e non consente di immortalare suoni e profumi ad esempio. Diviene pertanto indispensabile che tu acquisisca padronanza di tutti gli strumenti creativi che la macchina fotografica è in grado di offrire, quali la profondità di campo, i tempi di scatto e la regolazione dell’esposizione.
Potresti ad esempio trasmettere il senso del movimento sfruttando i tempi lunghi o in alternativa la profondità di campo per appiattire un’immagine o evidenziare un soggetto. O ancora, utilizzare una leggera sovraesposizione per trasmettere un senso di calore. La macchina fotografica offre innumerevoli opportunità di espressione e il tuo obiettivo deve essere esattamente quello di creare un tuo linguaggio personale, efficace e distintivo.
5. Pensa fotograficamente, agisci come un artista
“Ben presto ho imparato che un’immagine all’apparenza insignificante può divenire piena di significato ed è un aspetto della fotografia che ho sempre adorato. Non mi stanco mai di guardare: ovunque volga lo sguardo, vedo istanti da incorniciare. Le foto di famiglia o gli incarichi di lavoro non fanno differenza per me. Non ho due vite, la mia vita è una sola”.
Caratteristica comune a molti grandi fotografi: “pensare fotograficamente”, ovvero osservare costantemente il mondo come se ciò avvenisse attraverso l’obiettivo della macchina fotografica, anche quando non si ha il dispositivo tra le mani.
Molte volte scatti degni di nota possono nascondersi ovunque. Basta solo cambiare punto di vista o semplicemente allargare o stringere un’inquadratura per riuscire a produrre immagini interessanti da qualsivoglia situazione. Il talento naturale può contribuire a rendere tale meccanismo sicuramente più spontaneo: tuttavia anche l’esercizio costante può aiutarti moltissimo a migliorare il tuo “occhio fotografico”.
Quando esci per una sessione fotografica, soffermati su un soggetto che ritieni interessante e prova a ritrarlo da più punti di vista, cambiando inquadratura e posizione. Anche solo disporre di uno sfondo più discreto può ad esempio aiutarti a mettere in risalto il tuo soggetto. Ripeti questo esercizio più volte nel tempo. Nel momento in cui riuscirai a ottenere la migliore inquadratura possibile già a partire dall’inizio della sequenza, l’allenamento starà dando i suoi frutti.
Approfondimenti
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